Due settimane in altura a Livigno per Davide Formolo prima di partire per la Spagna e riprendere il ritmo di gara in vista degli impegni di fine stagione. Il veneto correrà al Tour de Pologne e poi alle classiche del calendario italiano di settembre. In programma c’era anche il Deutschland Tour ma il percorso non si addice troppo alle caratteristiche di Formolo e quindi in accordo con la squadra hanno deciso di allenarsi a casa.
«Sarei dovuto passare anche dal Giro di Germania – ci racconta – ma non avendo tappe adatte a me, si è deciso che sarebbe stato meglio allenarsi a casa per fare ritmo e gestire al meglio i lavori. I quattordici giorni fatti in altura a Livigno sono stati la seconda parte della mia ripresa dopo il Giro d’Italia. Avevo staccato per dieci giorni in modo da recuperare. Da lì, complice anche il caldo, ho deciso di riprendere a ritmo blando, facendo tante ore per fare volume».
«Il ritiro a Livigno – ci racconta mentre è in aeroporto pronto a imbarcarsi per la Spagna – ha permesso di fare un bel blocco di lavoro. Finite le gare in terra iberica, passerò da casa prima di andare in Polonia. Proprio lì qualche anno fa, nel 2019, ho vissuto la stessa situazione che i ragazzi stanno affrontando in questi giorni al Giro della Valle d’Aosta (il riferimento è alla morte del belga Bjorg Lambrecht, che aveva 22 anni, ndr). Per questo voglio esprimere la mia vicinanza e mandare loro un pensiero e un incoraggiamento».
Formolo è stato in ritiro a Livigno per due settimane insieme alla famiglia
Formolo è stato in ritiro a Livigno per due settimane insieme alla famiglia
Tutti insieme in altura
Terminato il periodo di allenamento a casa Davide Formolo è partito per Livigno insieme alla moglie Mirna e i due figli Chloe e Theo. Un bel modo per unire il lavoro e un po’ di tempo da passare con i propri cari prima di ripartire.
«Livigno – spiega Formolo – è davvero costruita a misura di ciclista e della famiglia. C’è tutto quel che serve: strade e salite per allenarsi, mentre chi rimane in paese ha ogni servizio e può fare tantissime attività. Noi professionisti siamo abituati, tra Teide e Sierra Nevada, a fare ritiri in posti in cui sei isolato. Mentre sulle montagne italiane siamo pieni di località in cui si trovano paesi estremamente serviti anche a 1.900 metri di altitudine».
Dopo una decina di giorni di stop alla fine del Giro ha ripreso gli allenamenti, ricostruendo il fondo
Dopo una decina di giorni di stop alla fine del Giro ha ripreso gli allenamenti, ricostruendo il fondo
Tra tutti i posti come mai Livigno?
Personalmente mi trovo bene a queste altezze, perché è la giusta quota per avere tutti i benefici dell’altura. Inoltre Livigno consente di scendere anche di quota, ottima cosa per gli allenamenti.
Come ti sei gestito?
Leonardo Piepoli (il preparatore di Formolo alla Movistar, ndr) ha un metodo di lavoro che prevede meno volume e più intensità già a bassa quota. Spesso scendevo a Tirano o Bormio per pedalare e poi la sera risalivo a Livigno per riposare e recuperare. Adesso abbiamo tanti strumenti che ci permettono di capire l’adattamento del nostro fisico in quota. Non ho fatto mai tante ore, così da avere il corretto equilibrio tra intensità e recupero.
Avere la famiglia vicina durante l’altura è un modo per passare comunque il tempo insieme tra i vari allenamenti
Avere la famiglia vicina durante l’altura è un modo per passare comunque il tempo insieme tra i vari allenamenti
Sei tornato anche dal sindaco dello Stelvio?
Non sono riuscito, mi piange il cuore ma facendo tanta intensità non ho avuto modo di fare lo Stelvio. Ne parlavo nei giorni scorsi con mia moglie Mirna, devo tornare però. Non solo a salutare il sindaco dello Stelvio, ma anche tutte le famiglie delle attività che ci sono lassù e che negli anni mi hanno visto crescere.
Sapere poi di avere la famiglia che ti aspetta in hotel è bello però.
La situazione a Livigno in un certo senso è strana. Io ho scelto come hotel l’Alpen Resort e lì trovi il 90 per cento dei clienti che è lì in vacanza, certo pedalano ma per noi professionisti è diverso. Noi siamo su per lavoro. Però avere la famiglia vicina ti dà qualcosa in più, sapere che sei fuori a pedalare e che loro sono lì tranquilli è bello. Torni e riesci a stare con i bambini e giocare con loro prima di cena o stare insieme dopo aver mangiato.
Formolo oggi riattacca il numero sulle schiena in Spagna alla Classica Terres de l’Ebre
Formolo oggi riattacca il numero sulle schiena in Spagna alla Classica Terres de l’Ebre
Meglio che vederli in una videochiamata.
Certamente, non c’è paragone ovviamente. Nei giorni in cui eravamo a Livigno ha anche nevicato a quota 2.200 metri. Avevamo in programma una gita a Carosello 3.000, ma non avevamo le ciaspole (ride, ndr). A parte gli scherzi, ne parlavo con mia moglie prima del Giro. Il ciclismo, come lo sport in generale, ti fanno stare tanto tempo lontano da casa. Prima della corsa rosa le dicevo: «Rischio di partire che il piccolino, appena nato, ha un dentino e torno che mi sorride con tutti i dentini già messi».
Ora con le tende ipossiche qualcosa è cambiato?
Sì, si riesce a fare qualche giorno in più a casa. Solitamente tra il ritiro prima di un Grande Giro, le gare in preparazione e poi le tre settimane di gara si rischia di stare via due mesi. Con la tenda quei giorni di stacco tra le gare in preparazione e poi l’inizio del Grande Giro riesci a farle a casa insieme alla famiglia.