di
Vincenzo Brunelli

Il piccolo, oggi 16enne, ha subito due operazioni quando aveva 4 anni a causa di una diagnosi sbagliata: si trattava di infiammazione e la lobectomia non andava eseguita e ha portato a un’invalidità totale, «stato vegetativo»

Lo operano per ben due volte nel 2012 e poi nel 2013 in un ospedale di Firenze, specializzato e di eccellenza, il Meyer, per una presunta rara forma tumorale al cervello che gli provocava diversi sintomi molto gravi, tra cui crisi epilettiche continue. E, nonostante le cure, il bambino è rimasto completamente invalido.

Dal processo avviato dai genitori contro l’azienda ospedaliera si scopre poi che il bambino non aveva nessun tumore, ma un’infiammazione cerebrale, e l’intervento chirurgico di lobectomia temporale (la rimozione parziale o totale del lobo temporale del cervello) non andava eseguito e bisognava procedere con terapie farmacologiche.



















































Il Tribunale di Firenze ha riconosciuto l’errore deie medici, pur avendo a disposizione gli elementi per comprendere di cosa soffrisse realmente il bambino, e ora l’azienda ospedaliera – a 12 anni di distanza – è stata condannata a pagare al ragazzo, oggi 16enne, e ai familiari, circa 3 milioni e 700 mila euro di risarcimento, tra danni e spese legali.

Il bambino soffriva in realtà di encefalite erpetica, e proprio con questa ipotesi era stato inizialmente ricoverato in ospedale, secondo le testi esposte nella sentenza a firma del giudice Roberto Monteverde del Tribunale di Firenze, e pubblicata nei giorni scorsi, per cui sarebbe bastato un intervento di tipo farmacologico e non chirurgico.

Tra l’altro per i giudici risulta totalmente inadeguata anche l’informazione fornita ai genitori, prima dell’intervento chirurgico, «soprattutto a fronte della natura e della portata della procedura e dei possibili rischi, complicanze e della incertezza diagnostica del quadro clinico».

Dopo aver esaminato la copiosa documentazione medica e clinica del ragazzo, ascoltato numerosi e testimoni, e disposto ben due perizie medico-legali, il Tribunale fiorentino è arrivato alla conclusione che l’invalidità del ragazzo è dovuta a responsabilità sanitaria e scrive chiaramente in sentenza: «Inequivocabile la sussistenza di un nesso tra un’assistenza sanitaria incongrua e la gravissima patologia encefalica da cui è attualmente affetto il piccolo, rappresentata da un quadro di tetraparesi spastica e stato vegetativo». Danni irreversibili purtroppo.

Per i periti dei giudici, inoltre, un diverso trattamento della epilessia di cui soffriva il bambino, e una diversa assistenza sanitaria, rispetto a quella posta in essere in occasione dei ricoveri del 2012 e soprattutto del 2013, avrebbe consentito un decorso differente da quello che poi in effetti si è avuto, «pur dovendosi ritenere del tutto attendibile che alla encefalite erpetica sarebbe residuato un qualche danno biologico». Attualmente l’aspettativa di vita del ragazzo, secondo la perizia del Tribunale, è  intorno ai 35-40 anni, mentre con i farmaci adatti e senza interventi chirurgici così aggressivi e totalmente non necessari, avrebbe potuto vivere quasi normalmente la sua vita


Vai a tutte le notizie di Firenze

Iscriviti alla newsletter del Corriere Fiorentino

13 ottobre 2025 ( modifica il 13 ottobre 2025 | 08:17)