La sfida Giani-Tomasi
(Claudio Bozza, inviato) Anche in Toscana crolla l’affluenza: oltre 10 punti in meno rispetto a 5 anni fa. Alle 23 di domenica, alle Regionali aveva votato il 35,7% degli elettori. Una caduta libera, specie se confrontata con i dati analoghi del 2020, quando alla stessa ora aveva votato il 45,9%.
Va però considerato che, 5 anni fa, le elezioni in Toscana si tennero in concomitanza con il referendum costituzionale per il taglio dei parlamentari, che spinse molto la partecipazione e alla fine fu registrata un’affluenza del 62,6%, un miraggio visti i numeri di oggi.
Per eleggere il nuovo governatore c’è tempo fino a oggi alle 15. Poco dopo si dovrebbe capire chi sarà il vincitore tra Eugenio Giani (Pd), presidente toscano uscente sostenuto dal Campo largo, e Alessandro Tomasi (FdI), sindaco di Pistoia e candidato del centrodestra unito. Ci sarà poi da capire quanti voti riuscirà a incassare Antonella Bundu della sinistra radicale.
Dal 1970, cioè da quando vennero istituite le Regioni, da queste parti ha sempre governato la sinistra, che anche stavolta sente la vittoria in tasca. Per Tomasi, sostenuto con forza anche dalla premier Giorgia Meloni, servirebbe davvero un colpaccio. «Ritengo il voto un diritto fondamentale del cittadino, e snobbarlo non è bello — ha detto Giani recandosi al seggio di Sesto Fiorentino —. Io vorrei che in Toscana, che è stata determinante 80 anni fa per darci la liberazione dal nazifascismo, per affermare i valori della Costituzione repubblicana votino più persone possibili». E poi: «Votare per me è sempre un emozione — ha concluso il candidato del Campo largo —, poi quando sei coinvolto direttamente penso sia comprensibile quando questo avviene».
Tomasi ha votato a Pistoia assieme alla moglie e ai loro due bambini: «Ci tengo molto che i miei figli partecipino a questa festa democratica — il suo commento —. Sono contento, mi hanno sempre accompagnato, hanno subito gli effetti della campagna elettorale, quindi è giusto che stiano con me in questo momento importante».
Dall’analisi dei risultati sarà interessante capire quale partito conquisterà il secondo posto nelle rispettive coalizioni. Nel Campo largo gli occhi sono puntati dietro al Pd. Chi prenderà più voti tra M5S, Avs e Casa riformista, il contenitore centrista capitanato da Matteo Renzi? L’attesa dei partiti è quindi forte, perché questi numeri avranno anche ripercussioni sui rapporti di forza a livello nazionale.
Una dinamica identica anche nel centrodestra, dove si gioca un «derby» all’ultimo voto tra Lega e Forza Italia, per la seconda piazza dietro ai meloniani. Matteo Salvini punta a non farsi doppiare, come invece avvenuto di recente in Calabria, dal partito di Antonio Tajani. E anche per questo il leader del Carroccio ha giocato tutte le sue carte, mettendo in mano la campagna elettorale toscana al generale Roberto Vannacci, nella speranza di riuscire a incassare i voti degli elettori ultrasovranisti, che ad esempio ritengono troppo moderate le posizioni di FdI.