Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt hanno vinto il Premio Nobel per l’Economia 2025. Il premio è stato assegnato a Mokyr per aver identificato i requisiti per la sostenibilità della crescita economica attraverso il progresso tecnologico e ad Aghion e Howitt per la loro teoria su come la “distruzione creativa” (creative destruction) aiuti a sostenere la crescita.
Il Premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel non è tecnicamente un Nobel come gli altri, in quanto non era previsto all’interno del testamento di Alfred Nobel. È stato assegnato per la prima volta nel 1968.
Chi sono i vincitori del Nobel per l’Economia 2025
Il tema del Nobel per l’Economia 2025 è stato la crescita e la sua sostenibilità attraverso diversi mezzi. Per sostenibilità non si intende quella ambientale, ma quella prettamente economica. Le ricerche di Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt hanno approfondito come sia possibile, per un’economia, continuare a crescere attraverso la tecnologia o la “distruzione creativa”.
Joel Mokyr, ha 79 anni, è nato a Leida, nei Paesi Bassi, da una famiglia sopravvissuta all’Olocausto, e ha nazionalità israeliana e statunitense. Ha studiato prima a Gerusalemme e poi nella prestigiosa università americana di Yale, dove ha ottenuto un dottorato di ricerca nel 1974. La sua opera più importante è A Culture of Growth: The Origins of the Modern Economy, nella quale offre ragioni alternative a quelle tradizionalmente proposte dalla storiografia per le origini della prima rivoluzione industriale in Inghilterra.
Philippe Aghion ha 69 anni, è nato a Parigi, in Francia, ed è professore al Collège de France e alla London School of Economics. Ha svolto i suoi studi tra la Sorbona e Harvard, dove ha conseguito un PhD. Insieme a Howitt, il terzo vincitore del Nobel per l’Economia 2025, è tra i teorici della distruzione creativa come modello di crescita economica. Ha anche studiato il funzionamento dell’innovazione, lo sviluppo dei Paesi emergenti, le iniquità socio-economiche e la mobilità sociale.
Peter Howitt è un economista canadese che insegna alla Brown University, negli Usa. Si è formato tra Canada e Stati Uniti e ha studiato soprattutto i meccanismi della crescita economica, ma ha pubblicato importanti ricerche di macroeconomia e politica monetaria.
La teoria economica di Joel Mokyr che ha vinto il Nobel
Come spiegato durante la presentazione dell’Accademia reale svedese delle scienze, che ha assegnato il Nobel per l’Economia, la teoria di Mokyr è stata fondamentale per capire la ragione per cui, negli ultimi 200 anni, la crescita economica dei Paesi occidentali è stata sostanzialmente stabile. Il Pil è raddoppiato con ogni generazione passata, tranne per alcuni periodi relativamente brevi, le cui tendenze al ribasso sono state comunque rapidamente compensate da una successiva crescita straordinaria.
Mokyr, con le sue teorie, ha mostrato come il progresso tecnologico sia fondamentale per questo risultato, ma non possa essere considerato l’unico motore della crescita, in quanto il progresso è sempre esistito, mentre la crescita economica costante è una caratteristica degli ultimi 200 anni. Mokyr ha individuato altri fattori fondamentali per la crescita sostenibile:
- la “conoscenza utile”, un set di nozioni che spiegano sia come usare la tecnologia (conoscenza prescrittiva), sia le teorie sulle quali è basata (conoscenza proposizionale);
- competenza meccanica, la capacità di ingegneri e altri specialisti di tradurre la conoscenza teorica in applicazioni pratiche;
- una società aperta al cambiamento, in cui non ci sia un’élite politica che blocchi il cambiamento.
Tutti questi fattori sono giunti a maturazione soltanto con l’illuminismo e hanno aperto alla possibilità della rivoluzione industriale. In questo modo è nata la crescita economica sostenuta che i Paesi occidentali hanno vissuto negli ultimi 200 anni.
La “distruzione creativa” di Aghion e Howitt
Aghion e Howitt hanno invece spiegato un’apparente contraddizione nella crescita economica: il fatto che questa, al livello non macroeconomico, ma delle singole realtà, sia molto distruttiva, ma che nonostante questo riesca a mantenersi sostenibile a livello macroeconomico per l’intera società.
I due economisti, in un articolo del 1992, hanno denominato questo meccanismo “distruzione creativa“. Attraverso modelli matematici hanno elaborato concetti fondamentali nell’analisi economica, come il tasso di crescita economico medio. La distruzione creativa, funziona in diversi passaggi:
- le imprese investono in ricerca e sviluppo, per innovare i prodotti esistenti;
- se hanno successo, diventano leader in un settore e ricavano profitto (effetto business stealing);
- di conseguenza, le imprese che non innovano finiscono fuori dal mercato.
Da questo meccanismo, Aghion e Howitt hanno indicato due diversi approcci che la politica deve avere in relazione agli effetti della distruzione creative:
- da una parte deve sostenere gli innovatori, perché sono loro il motore della crescita;
- dall’altra deve limitare i danni del business stealing.
Tra i compiti della politica, quindi, c’è anche quello di considerare gli effetti che la distruzione creativa ha sui lavoratori che vengono penalizzati dall’avanzamento tecnologico e che rischiano di rimanere senza un impiego. Un tema particolarmente attuale, soprattutto dopo l’introduzione dell’intelligenza artificiale generativa in moltissimi campi dove si pensava, fino a pochi anni fa, che la tecnologia avrebbe avuto un impatto limitato sul numero di posti di lavoro disponibili.
Le conclusioni dell’Accademia di Svezia sulla crescita
In conclusione alla presentazione sui vincitori del Nobel, l’Accademia di Svezia ha tenuto a sottolineare gli effetti positivi della crescita economica che le teorie presentate hanno aiutato a comprendere. Al contempo però, ha notato come un periodo di 200 anni sia, in tempi storici, relativamente breve se confrontato ai millenni di stagnazione che lo hanno preceduto.
Il progresso e la crescita sostenibile, quindi non vanno dati per scontati. La società deve tenere presente i meccanismi spiegati da Mokyr, mantenendosi aperta ai cambiamenti tecnologici senza paure legate agli effetti negativi che la crescita può avere a livello microeconomico. Al contempo, la politica deve seguire le indicazioni di Aghion e Howitt, favorendo chi innova, ma senza dimenticarsi di agire su chi subisce l’innovazione. Questo, sia per migliorare le condizioni di vita di questi lavoratori, ma anche per evitare l’insorgere di un sentimento avverso all’innovazione, che potrebbe portare a una chiusura della società e alla fine del ciclo di crescita sostenibile.