La campagna vaccinale antinfluenzale 2025-2026 ha preso ufficialmente il via il primo ottobre, ma, come previsto dall’autonomia organizzativa del Servizio sanitario nazionale, la partenza effettiva varia da Regione a Regione. Alcuni territori, come Toscana, Lombardia ed Emilia-Romagna, hanno iniziato immediatamente con la distribuzione alle categorie più a rischio, mentre altri hanno adottato un avvio “a scaglioni”, privilegiando prima le strutture sanitarie e le RSA per poi estendere la somministrazione ai medici di famiglia e alle farmacie.

Il vaccino è offerto gratuitamente a un’ampia platea: over 60, donne in gravidanza, operatori sanitari, caregiver, bambini tra i sei mesi e i sei anni, oltre a tutte le persone con patologie croniche o condizioni che indeboliscono il sistema immunitario. Alcune Regioni hanno inoltre deciso di estendere la gratuità anche agli over 50 o a categorie professionali ad alto rischio di esposizione, mentre altre mantengono per queste fasce un accesso solo con compartecipazione alla spesa.

 

Come ottimizzare l’efficacia del vaccino

Il vaccino antinfluenzale resta lo strumento più efficace per prevenire complicanze gravi come polmoniti, riacutizzazioni di malattie croniche respiratorie e ricoveri ospedalieri. Tuttavia, ciò che pochi sanno è che alcune abitudini apparentemente innocue – come assumere un antidolorifico “per precauzione” o allenarsi intensamente subito dopo – possono ridurne l’efficacia o peggiorare la risposta dell’organismo. Vaccinarsi è importante, ma vaccinarsi bene lo è ancora di più.

Articolo: È l’ora del vaccino per influenza e covid: chi deve farlo e quandoAttenzione all’uso improprio di antidolorifici

Uno dei comportamenti più diffusi è quello di ricorrere agli antinfiammatori prima della vaccinazione per prevenire dolore al braccio o febbre leggera. Ma i medici concordano nel considerarlo un errore da evitare. Diversi studi hanno dimostrato che i farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene, interferiscono con la risposta immunitaria, attenuando il processo infiammatorio necessario alla produzione di anticorpi. L’infiammazione, in questo contesto, non è un effetto collaterale da sopprimere, ma una parte essenziale del meccanismo di difesa attivato dal vaccino.

Anche il paracetamolo, pur considerato più sicuro, non dovrebbe essere assunto in via preventiva. Alcune ricerche suggeriscono che anche un utilizzo pre-vaccinazione di questo analgesico possa ridurre l’efficacia del vaccino in modo simile agli antinfiammatori.

I rischi legati all’abuso

Inoltre, abusare di analgesici presenta rischi che vanno ben oltre la vaccinazione. Un ampio studio condotto su oltre mezzo milione di persone con più di 65 anni ha rilevato che un uso regolare di paracetamolo — anche solo due volte nell’arco di sei mesi — è associato a un aumento del rischio di ulcere gastriche, insufficienza cardiaca ed emorragie intestinali. Il prof. Weiya Zhang, della University of Nottingham, che ha coordinato lo studio, invita alla prudenza: “Assumetelo solo quando ne avete realmente bisogno, e non in modo continuativo, perché può causare problemi seri, soprattutto se assunto alla massima dose giornaliera per periodi prolungati”.

 

Il messaggio degli esperti è chiaro: dopo il vaccino, gli antidolorifici possono essere utilizzati, ma solo se compaiono sintomi fastidiosi, come dolore al braccio e febbre bassa, e sempre alla dose minima efficace.

Approfondimento: “L’influenza sarà impegnativa”: Bassetti rilancia il vaccino. Chi deve farlo e cosa aspettarsiIl consumo di alcol può indebolire la risposta immunitaria

Anche il consumo di alcolici prima o dopo la vaccinazione non è privo di effetti. Un bicchiere di vino non è considerato dannoso, ma un consumo eccessivo può indebolire il sistema immunitario, riducendo l’efficienza dei globuli bianchi e aumentando il rischio di infezioni concomitanti. Chi beve troppo tende inoltre a sperimentare più affaticamento, dolori muscolari e indolenzimento nella zona dell’iniezione. C’è poi un altro aspetto spesso sottovalutato: l’alcol è un potente diuretico e favorisce la disidratazione.

Alcuni studi hanno evidenziato come una scarsa idratazione possa ritardare la produzione di anticorpi, rendendo il vaccino leggermente meno efficace, ma anche aumentare le probabilità di manifestare effetti collaterali, come mal di testa o dolori muscolari. Limitare gli alcolici e bere molta acqua resta dunque la scelta migliore per favorire una corretta risposta immunitaria.

Quando non fare attività fisica

L’esercizio fisico, se ben calibrato, può rappresentare un alleato prezioso. È sconsigliato sottoporsi ad allenamenti intensi nelle 24-48 ore successive alla vaccinazione, perché lo sforzo elevato può aumentare mal di testa, stanchezza e sintomi transitori. Al contrario, l’attività moderata sembra avere un effetto positivo. Uno studio del 2022 ha messo in evidenza che le persone che, subito dopo la vaccinazione antinfluenzale, avevano svolto 90 minuti di camminata veloce, corsa leggera o bicicletta hanno sviluppato più anticorpi rispetto a chi non aveva fatto alcuna attività, senza registrare un aumento degli effetti collaterali. Un dato che conferma quanto il movimento, se praticato con buon senso, possa diventare parte integrante della prevenzione.

 

Fonte Today.it