Shavon Shields

Milano parte per Monaco senza Josh Nebo e Zach LeDay (infortunati) e con Vlatko Čančar in attesa di nuove valutazioni. Rotazioni corte tra le ali: resta Pippo Ricci come unica ala grande pura, con Devin Booker chiamato a dare una mano, ma comunque centro titolare visto lo stop dell’ex Maccabi.

In questo quadro la domanda è naturale: Shavon Shields può essere l’aggiustamento da “4”? L’americano con passaporto danese è noto come ala piccola, spesso usata anche da guardia palla in mano negli scorsi anni, ma il suo sbarco in Europa racconta altro: nel 2016 giocava da ala grande a Francoforte.

A ricordarlo è Salvatore Trainotti, l’uomo che lo portò a Trento nel 2017, in un’intervista esclusiva a ROM del 2021:

«Siamo sul finire della stagione 2016-2017. Da tempo, valutando un roster con la formula di allora, il 4+3 (solo stranieri, ndr), eravamo su Shavon Shields, anche per il fatto di essere comunitario. Si era ben distinto a Portsmouth (Invitational Tournament, ndr), quindi in Germania, a Francoforte. Giocava da “4” allora, ma per noi era un “3”. Era un nostro obiettivo di mercato per la stagione successiva, ma arrivarono gli infortuni di Filippo Baldi Rossi e Devyn Marble. Fortuna volle che Francoforte fosse salva ma fuori dai playoff: lo ottenemmo in prestito, poi pagammo il buyout e firmò con noi un biennale»

Il cambio ruolo fu una visione azzeccatissima per la sua carriera, ma l’opzione Shields “4” resta sul tavolo.

Il contesto tecnico lo favorisce: 201 cm, presenza a rimbalzo, struttura possente, mano da fuori. Nel basket moderno molte ali piccole hanno reso da ali grandiNikola Mirotić al ritorno in Europa, Nigel Hayes-Davis al Fenerbahçe, Mario Hezonja al Real Madrid – aprendo il campo e alzando i centimetri di spaziatura. Con quattro piccoli, Milano guadagna ritmo, spacing e più linee di penetrazione, accettando però di pagare qualcosa in taglia interna e protezione del ferro.

Un primo assaggio si è visto sabato a Varese: Shields non al meglio fisicamente e senza acuti prolungati, ma ha comunque timbrato due triple chiave nel secondo tempo. Segnale che, anche da “4”, può incidere nei momenti che contano. In Baviera, con le rotazioni ridotte, la sua duttilità può diventare leva tattica: Ricci come riferimento strutturale, Booker a presidiare il pitturato, e Shields elastico tra lati deboli, closeout e rimbalzo d’attacco. È l’aggiustamento più “pulito” per tenere alto il livello competitivo finché l’infermeria non si svuota.

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