“Ha puntato la pistola alla tempia di mio fratello e lo ha ucciso senza motivo. Io l’ho inseguito, lui ha tirato una bottiglia contro mia cognata Desirée, la fidanzata di Paolo. Io, inseguendolo, ho cercato di tirargliene un’altra. Poi da lontano lui ha puntato la pistola anche contro di me e sono scappata verso il locale”. Sono le dichiarazioni – riportate dal sito dell’Ansa – di Sofia Taormina, sorella di Paolo, il 21enne ucciso sabato notte nel centro storico nel tentativo di sedare una rissa.
La versione della ragazza è al vaglio degli inquirenti. “Lo conoscevamo di vista, uno con cento collane d’oro al collo e la barba lunga non passa inosservato”, ha detto ancora la giovane. Sofia ha i capelli neri corvino, una felpa grigia con un cappuccio e lo sguardo perso nel vuoto. Tanti i silenzi, poche parole riesce a scandire tra le lacrime, attorniata dalle amiche più care. “Paolo era un grande lavoratore, un ragazzo sincero, dedito alla famiglia. Era troppo malato di me, nel senso che aveva un carattere protettivo nei miei confronti e ci volevamo bene da morire”, ha affermato.
Questa mattina intanto via vai di persone sul luogo del delitto, a pochi passi dal Teatro Massimo. “Ergastolo per chi uccide!”: recitava una scritta, su un cartellone bianco, che è apparsa davanti al pub ‘O Scruscio’. Il locale è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. In tanti continuano a lasciare mazzi di fiori in ricordo della vittima.
Ieri sera è stata organizzata una manifestazione spontanea con duemila persone e con alla testa la madre di Paolo. E stasera alle 20.30 è prevista un’altra marcia contro la violenza, da piazza Verdi alla prefettura per chiudere una maggiore presenza dello Stato. “Una marcia silenziosa per fare rumore”, promossa da Cgil, Cisl, Uil e Acli “perché è giunto il momento di reagire concretamente e insieme. Servono azioni immediate per l’ordine pubblico, il disagio e le fragilità sociali”.