La Regione Veneto lancia una nuova stagione per la formazione degli operatori socio-sanitari (OSS), con l’approvazione di una delibera che ridefinisce l’offerta formativa per il 2025 in linea con le recenti innovazioni nazionali. La decisione, condivisa dagli assessori alla Formazione Valeria Mantovan e alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin, segna un passo decisivo per qualificare ulteriormente questa figura professionale chiave del sistema di welfare regionale.
“Con l’aggiornamento dei corsi – spiega Mantovan – adeguiamo i percorsi formativi ai nuovi standard fissati dal DPCM del marzo 2025, rispondendo all’esigenza crescente di operatori competenti e pronti a svolgere un ruolo cruciale nell’assistenza. L’obiettivo è formare professionisti dotati di strumenti all’avanguardia, in grado di affrontare le complesse sfide della cura contemporanea.”
La Lanzarin sottolinea l’importanza strategica dell’OSS, figura indispensabile tanto nel pubblico quanto nel privato: “Di fronte a una domanda crescente e a una carenza cronica di personale, investire nella formazione e nel riconoscimento professionale è fondamentale per assicurare un sistema di assistenza efficiente, moderno e inclusivo.”
Il nuovo bando regionale consente a enti accreditati, aziende sanitarie e ospedaliere di proporre progetti formativi che, una volta approvati, diventeranno il modello standard anche per le future edizioni. Tra le novità più rilevanti figurano l’aumento delle ore di formazione frontale e l’introduzione di un tetto massimo di 2.000 euro per le spese a carico dei corsisti. Inoltre, saranno disponibili voucher formativi individuali fino a 1.700 euro, destinati a disoccupati e inoccupati, per favorire un accesso più equo e concreto alla formazione.
Il modello formativo, sviluppato in sinergia tra le direzioni regionali competenti, punta a fornire percorsi completi e professionalizzanti, rispondendo con efficacia alle necessità del territorio e rafforzando la qualità del welfare veneto.
“Questa iniziativa – conclude Mantovan – conferma l’impegno della Regione a sostenere chi decide di dedicarsi all’assistenza socio-sanitaria, investendo in competenze concrete, opportunità di lavoro e nella coesione sociale che tutela salute e dignità di tutti.”