Può quindi essere la Fiorentina il problema?

«Dietro tutte le leggi e le connessioni visibili, rimane qualcosa di sottile, d’intangibile e inspiegabile», diceva Albert Einstein. In casa Fiorentina, oltre ai mille punti interrogativi legati all’inizio deludente della stagione, si è aggiunto un elemento che richiede spiegazioni. La sosta delle Nazionali, infatti, ha lasciato a Stefano Pioli molti dubbi, ancora più numerosi di quelli già presenti tra le mura del Viola Park. Non solo per le condizioni di Moise Kean, dopo l’infortunio alla caviglia, ma anche per le prestazioni degli attaccanti viola con le rispettive Nazionali.

Questa mattina, il Corriere dello Sport ha riportato dati davvero interessanti: Kean ha segnato una sola rete in 584 minuti con la Fiorentina, mentre con la Nazionale italiana va a segno in media ogni 44 minuti circa. Dzeko ha realizzato un gol in 271 minuti in maglia viola e uno ogni 85 minuti e mezzo con la Bosnia. Gudmundsson, invece, ha trovato una rete con il club dopo 407 minuti e una ogni 53 minuti con l’Islanda. Possibile che il problema sia la maglia viola?

Se fosse così, la situazione sarebbe al limite dell’assurdo: la crisi della Fiorentina non può lasciare nulla al caso. Sul banco degli imputati sono finiti Stefano Pioli, alcuni giocatori e anche Daniele Pradè.Eppure i numeri sopra elencati scagionano in parte la dirigenza viola: il valore di questi giocatori, Gudmundsson su tutti,non può essere messo in discussione se le prestazioni al di fuori di Firenze sono queste. Ed è proprio da qui che Stefano Pioli potrebbe partire domani per iniziare a preparare la sfida contro il Milan di Allegri.

Partiamo da Moise Kean, che molto probabilmente salterà la gara di San Siro contro il Milan di Allegri. Con la Nazionale di Gattuso sta stupendo tutti e il gol segnato a Roma lascia ben sperare per il futuro con la maglia della Fiorentina. Certo, l’intesa con Roberto Piccoli è ancora da affinare, nell’attesa di capire se i due attaccanti potranno mai convivere. A San Siro toccherà all’ex Cagliari, che proverà a imporsi in attesa del ritorno di Moise.

La situazione più paradossale riguarda Albert Gudmundsson. Il numero 10 della Fiorentina sembra incarnare il Dottor Jekyll e Mister Hyde: a Firenze appare l’ombra di sé stesso, mentre con l’Islanda trascina la sua nazionale con le giocate. Su Violanewsabbiamo analizzato la posizione in campo dell’ex Genoa con l’Islanda rispetto a quella nella Fiorentina: questo abisso tra una prestazione e l’altra non può essere spiegato solo con un cambio tattico. È evidente che Gudmundsson fatichi a immedesimarsi con Firenze, con l’ambiente viola e con le esigenze della squadra. L’anno scorso il problema sembrava essere Palladino, quest’anno Pioli non può avere le stesse colpe. Altrimenti si parlerebbe di un giocatore con limiti psicologici, cosa che i 22 milioni investiti dalla dirigenza viola non permettono. Per questo motivo, al di là delle colpe di Pioli e Pradè, Gudmundsson è chiamato a dare una scossa alla sua stagione; altrimenti il responsabile resterà solo lui stesso.

Chi invece sta attraversando un momento negativo generale è Edin Dzeko. L’ex attaccante di Roma e Inter non è ancora riuscito a incidere in maglia viola. Il cambio contro il Napoli, dopo 45 minuti deludenti, ha messo in luce una condizione fisica precaria per un leader che in campo sembra un passo indietro rispetto ai compagni. I dubbi sul suo acquisto, seppur a parametro zero, sorgono spontanei, anche se nello spogliatoio il peso di un giocatore del suo calibro si fa sentire. Ora tocca a Pioli riuscire a sfruttare al meglio un attaccante come Dzeko, che nella scorsa sosta ha dimostrato di poter ancora dire la sua, anche con un’altra divisa.

Può quindi essere la Fiorentina il problema?