Quando il talento si tramanda di padre in figlio, il risultato è Matteo Bocelli: il cantante ha dato nuova vita a La mia storia tra le dita in un duetto con Gianluca Grignani.
Una canzone che negli ultimi tempi è tornata in voga anche a causa dei malumori tra Grignani e Laura Pausini, anche lei protagonista di una cover del brano. Una situazione che Matteo ha voluto commentare dicendo la sua.
Matteo Bocelli sulla lite tra Gianluca Grignani e Laura Pausini
Non è mai facile essere figlio d’arte, e lo è ancora meno se tuo padre è uno degli artisti italiani più amati al mondo. Ma Matteo Bocelli, secondogenito del tenore, non si è lasciato intimidire dalla fama del padre e ha continuato a portare avanti la sua carriera nel mondo della musica.
Un percorso che gli ha permesso di conoscere e collaborare con moltissimi volti importanti, tra cui Gianluca Grignani, con cui ha lavorato a una cover a due voci de La mia storia tra le dita.
Un bellissimo progetto che Bocelli ha raccontato in un’intervista per Il Corriere della Sera: “Dopo aver registrato il brano ho contattato Gianluca. Mi ha risposto subito: ‘Sai, all’inizio ero quasi geloso perché l’avevi fatta proprio bene. Adesso invece, se non ti spiace, vorrei cantarne un pezzo insieme a te’. Ovviamente ho accettato. È venuto a casa nostra, è un uomo molto buono e sensibile”.
Una canzone indimenticabile, che ha consacrato il cantante di Destinazione Paradiso e che torna in voga anche per un disguido avuto con Laura Pausini. Il brano rivisto dai due cantanti, infatti, è uscito in concomitanza con una cover della Pausini.
Una questione che ha innervosito Grignani e che ha raffreddato di molto il rapporto tra i due. Matteo, però, ha scelto di non entrare direttamente nella polemica, pur esprimendo un pensiero critico sulla gestione della situazione: “È una cosa nata tra loro, non so se c’era un trascorso. Ci sono rimasto male, forse si poteva risolvere diversamente. Invece di fare la guerra magari la si poteva cantare tutti e tre insieme”.
Matteo, il rapporto artistico con papà Bocelli
Pur essendo figlio di una voce che ha conquistato il mondo intero, Matteo Bocelli ha sempre cercato di costruire la propria strada musicale con determinazione, evitando di rinchiudersi nella gabbia di Bocelli Junior: “Le etichette ce le abbiamo tutti. Io nel mio piccolo cerco di impegnarmi al meglio” ha raccontato.
Nessuna invidia: il rispetto per papà Andrea Bocelli è evidente, così come l’ammirazione per la sua capacità di affrontare ogni sfida con calma. “Invidia è una brutta parola. Posso dirle un motivo per cui stimo il mio babbo: la capacità di affrontare con calma situazioni difficili, scrollandosi di dosso i cattivi pensieri”.
E poi c’è la resistenza vocale, quella che gli ha permesso di cantare per papi, presidenti e reali: “Sono 40 anni che tiene botta, sere fa era al Metropolitan di New York, a 67 non è da tutti”.
Con la curiosità di chi vuole farsi notare per merito suo e il rispetto per chi lo ha preceduto, Matteo Bocelli dimostra che si può crescere in una famiglia leggendaria senza perdere la propria voce, sia letteralmente che metaforicamente.