di
Andrea Celesti
La segnalazione sul taglio dell’«albero d’oro» è arrivata dalla conduttrice tv, lettrice della Rubrica delle lettere in Cronaca
Villa Borghese saluta uno dei suoi alberi più importanti. Si tratta del Ginkgo biloba, abbattuto dopo oltre cento anni dalla sua piantumazione a pochi metri dalla terrazza del Pincio. La segnalazione è arrivata da Sveva Sagramola, lettrice della nostra Rubrica delle lettere sulle pagine di Roma, ripresa anche dal gruppo Facebook «Osservatorio Sherwood Villa Ada». Proteste da parte dei cittadini, che puntano il dito contro il Campidoglio, colpevole di non averli informati preventivamente.
«L’albero d’oro» del Pincio
Il Ginkgo biloba, piantato nei primi anni del secolo scorso all’interno dei giardini del Pincio, svettava a quasi venti metri di altezza. Si tratta di un albero longevo e resistente – alcuni esemplari hanno resistito al bombardamento nucleare di Hiroshima – considerato tra i più importanti delle ville storiche romane. La sua caratteristica principale è quella di avere foglie color giallo paglierino, che crescono e si mantengono per tutta la stagione autunnale.
Il suo abbattimento ha provocato le reazioni dei cittadini, che hanno accusato il Campidoglio di non averli informati preventivamente su un intervento così drastico, né di aver fornito pubblicamente le analisi a sostegno della necessità di un abbattimento.
«Da cittadina penso di poter chiedere, e forse anche pretendere, che la comunità venga avvertita dell’imminente abbattimento di un esemplare così importante per il benessere psicofisico delle persone e che costituisce un capitale naturale fondamentale per il futuro della città ai tempi del riscaldamento globale», si legge nella lettera uscita sul nostro giornale.
«Non c’era davvero alcuna possibile alternativa di cura? Dobbiamo assistere all’ennesimo esempio di albericidio con uno spregiudicato ricorso alle motoseghe che fa a pugni con i proclami ecologici del Campidoglio», scrive «Osservatorio Sherwood Villa Ada».
La replica del Campidoglio
L’assessorato all’ambiente ha spiegato che la scelta di tagliare il Ginkgo biloba si lega alla relazione agronomica redatta il 29 luglio scorso, che descrive la pianta in uno stato di «deperimento vegetativo non recuperabile e ne consiglia l’abbattimento entro 90 giorni». La stessa relazione scarta «l’eliminazione dell’apice con mantenimento dei palchi laterali che lascerebbe la pianta con una chioma molto aperta e con elevato rischio di cedimento».
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12 ottobre 2025 ( modifica il 13 ottobre 2025 | 18:52)
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