di
Luca Gasperoni

Per il M5S passo indietro rispetto a cinque anni fa, a Firenze uno dei peggiori risultati dei dem. Avs invece vola nella Piana

Ha vinto Eugenio Giani, ha vinto il campo largo: la Toscana che si risveglia il giorno dopo lo spoglio per le elezioni regionali trova un centrosinistra avanti di 13 punti sulla coalizione di centrodestra. La leadership è la stessa, con il governatore uscente e ricandidato che trionfa, ma i rapporti di forza all’interno del centrosinistra sono nuovi rispetto a cinque anni fa. Se il Pd, infatti, conferma lo status di partito traino della coalizione con il 34,5% alle sue spalle si compie un inaspettato ribaltone: la lista Casa riformista si piazza al secondo posto con l’8,8% e batte la concorrenza di Avs che nonostante la crescita si ferma al 7%. Ultima posizione invece con il 4,3% per il M5s che cala rispetto a cinque anni fa (7%) quando corse in solitaria ma riesce a superare la soglia di sbarramento per l’ingresso in Consiglio regionale.

In tutto la coalizione di centrosinistra raggiunge quindi il 54,6% dei consensi, di appena qualche decimo percentuale di voti sopra i voti del governatore rieletto, Eugenio Giani. «Sono veramente felice perché tutte e quattro le liste hanno trovato soddisfazione.



















































Il risultato del Pd è importantissimo a livello nazionale, quello di Casa riformista era inimmaginabile, bene Avs e anche il M5s considerando il modo dialettico con cui sono arrivati ad aderire alla mia coalizione. Insomma il campo largo è assolutamente vincente per tutti in Toscana», sottolinea Giani.

Sospiro di sollievo tra i dem che dopo le tensioni per la chiusura delle liste elettorali e l’allargamento della coalizione temevano un risultato ben inferiore al 35% del 2020. Alla fine la cifra viene eguagliata ma con una distribuzione in parte inattesa: il miglior risultato con il 45% è nell’Empolese, seguito dal 42% nella provincia di Siena e il 41% in quella di Prato.

Pecora nera regionale il collegio di Firenze città, storicamente il granaio dei voti dem: 27,6%, un dato che spicca soprattutto se comparato con il 38% nel Mugello e il 30% nella Piana fiorentina. «La nostra ostinazione nel costruire questa alleanza è stata premiata politicamente perché se ci fossimo limitati alla mera somma algebrica allora potevamo anche rimanere come eravamo», chiarisce il segretario regionale dem, Emiliano Fossi.

Ben diversa invece la mappa dei consensi della lista del presidente, Casa riformista, che riuniva al suo interno civici e forze moderate come Iv e +Europa: epicentro dei consensi Firenze città con il 15,2% dei voti e il Mugello con il 12,3% a cui si aggiungono, inaspettatamente, il collegio di Livorno e di Lucca con il 10%. Nel complesso una performance positiva che riscrive in rialzo il contributo di Iv alla coalizione: nel 2020, infatti, il tandem Iv +Europa si era fermato al 4,5%. «Rivendico il risultato di Casa riformista, l’intuizione voluta da Renzi. Non posso che registrare una soddisfazione incredibile», commenta il coordinatore regionale dei renziani, Francesco Bonifazi.

Gradino più basso del podio invece per Avs che cresce rispetto alle ultime elezioni comunali ed europee (nel 2020 non esisteva) grazie al contributo della Piana dove consegue il 17,3% dei consensi, forte anche della spinta del sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, e di Firenze città con il 10,4%. Male invece a Prato (3,4%) e Pistoia (3,8%).

Infine c’è il M5s che esce penalizzato dalle divisioni interne e dall’abbraccio con il Pd: 4,3% con la performance più convincente a Livorno (6,5%), primo municipio conquistato 11 anni fa in Toscana, e Massa-Carrara (4,9%), governata invece fino al 2022. «Certamente ci sono state anche delle lacerazioni interne ma gli elettori ci hanno premiato, hanno dato un segnale forte che dobbiamo lavorare insieme», analizza il deputato pentastellato, Andrea Quartini.


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14 ottobre 2025 ( modifica il 14 ottobre 2025 | 09:36)