Questa mattina, negli spazi del Lanificio Maurizio Sella, sede della Fondazione Sella, è stata presentata in anteprima l’opera “Lo scatto del tempo. Vittorio Sella, il fotografo e il suo archivio”, volume promosso da Fondazione Sella e pubblicato da Antiga Edizioni con il sostegno di Strategia Fotografia 2024. L’uscita al pubblico è fissata per mercoledì 15 ottobre 2025, ore 18.30, all’Auditorium Lanificio Maurizio Sella.

Il cuore del libro è la straordinaria capacità, tenacia, forza di volontà e lungimiranza di Vittorio Sella (1859–1943), figura chiave per il Biellese, alpinista e fotografo di rilievo internazionale che per primo portò la grande fotografia in alta montagna.

Lo scatto del tempo propone una lettura inedita della vita e dell’opera di Sella, ponendo al centro il suo metodo e il suo archivio: la cura nel conservare, catalogare e promuovere immagini, diari, cataloghi, strumenti, spazi di lavoro e luoghi di vita familiare. Come scrive Angelica Sella, presidente della Fondazione: “Uno scatto fotografico fissa il tempo, lo trattiene, lo rende visibile… È un atto di resistenza alla dimenticanza”.

Il volume è articolato in due sezioni. La prima, dedicata all’attività archivistica avviata da Sella e poi proseguita dall’Istituto di Fotografia Alpina e dalla Fondazione, è accompagnata dai testi di Pierangelo Cavanna e Andrea Pivotto e da ricche selezioni di immagini, anche familiari e di viaggio, in larga parte inedite. La seconda ricostruisce il profilo alpinistico e il rapporto tra alpinismo e fotografia, con i contributi di Pietro Crivellaro, Leonardo Bizzaro e Roberto Mantovani, oltre agli approfondimenti scientifico-documentari di Stefania Carta e Cristian Ferrari. Le fotografie contemporanee di Giulio Favotto conducono nel cuore dell’archivio e dei luoghi di lavoro, rivelando un continuo lavoro di ricerca, catalogazione e scoperta.

Dalle Alpi al Caucaso e al Karakorum, Sella unì azione alpinistica e rigore tecnico. Nel suo diario del 1890 affiora il prezzo umano e materiale delle imprese: “Per un ritardo di 10 minuti non riesco a fare il lavoro che doveva essere il più importante di tutto il viaggio… non avevo risparmiato né fatiche, né spese, né tempo”.

La professionalità di laboratorio, l’organizzazione delle spedizioni e la lungimiranza archivistica — insieme alla rete di relazioni internazionali con alpinisti e fotografi — emergono come fattori decisivi che hanno reso l’opera di Sella un riferimento per alpinisti, geografi e studiosi. In origine apprezzato da un circoscritto pubblico di specialisti, particolarmente interessati al valore informativo dei suoi scatti, grazie ad un’attenta programmazione e strategia mediatica, diffonde ciò che ora verrà in seguito apprezzato per il suo valore artistico. Oggi l’archivio, caposaldo documentario per la lettura del paesaggio e dei mutamenti climatici dell’alta montagna, è invidiato in tutto il mondo e vanta di note e appunti di rara accuratezza.

Angelica Sella (Presidente, Fondazione Sella): “Questo libro nasce dall’archivio e lo racconta, offrendo una rilettura complessiva dell’opera di Vittorio. È un passo importante per la visibilità pubblica del nostro patrimonio, reso possibile anche dal sostegno del Ministero della Cultura”.

Pierangelo Cavanna: “L’archivio può essere considerato un documento/monumento con una forte valenza narrativa, in parte celata dalla sovrastruttura descrittiva: un unicum che permette di ricostruire storia della fotografia di montagna e dell’alpinismo tra Otto e Novecento”.

Andrea Pivotto (coordinamento fotografico): “I temi si concentrano sulla grandissima professionalità che ha permesso a Sella di realizzare la sua opera, sulla sua capacità alpinistica e sulla lungimiranza nel tenere e organizzare il proprio archivio: un lavoro che oggi offre nuovi filoni di ricerca e un racconto della Fondazione nel suo insieme”.

Pietro Crivellaro: “Nel 1882 Sella organizza la prima invernale del Cervino, con attrezzature pesanti e in condizioni estreme. Nella sua autobiografia ricordava: “Non sono uomo di studi, ma di azione”. È il passaggio dall’esordio alla maturità, nel solco della vocazione di famiglia e del rapporto con Quintino Sella”.

Leonardo Bizzaro: “Ovunque, all’estero, il nome di Sella suscita ammirazione; in Italia il riconoscimento è arrivato più tardi, spesso confinato all’idea di documentarista. L’archivio di Biella continua però a rivelare materiali inediti che ne ampliano il profilo e la fortuna critica”.

Roberto Mantovani: “La relazione tra alpinismo e fotografia nelle sue spedizioni — organizzate in proprio o con pionieri come Luigi Amedeo di Savoia e Douglas W. Freshfield — mostra un’opera dal valore artistico e scientifico che questo volume contribuisce a mettere a fuoco”.

Stefania Carta e Cristian Ferrari: “Gli approfondimenti scientifico-documentari evidenziano il potenziale delle immagini di Sella anche per lo studio dei cambiamenti della montagna nel tempo”.

Giulio Favotto: “Le mie fotografie cercano di restituire l’atmosfera dei luoghi di lavoro di Sella e la filologica continuità di cura dell’archivio conservato dalla Fondazione”.

A seguito della presentazione al pubblico biellese, il volume sarà presentato al Festival della Fotografia Etica di Lodi (25 ottobre) e presso Tipoteca Italiana a Crocetta del Montello (21 novembre). Seguiranno le tappe internazionali: Fiera del Libro di Francoforte (15–19 ottobre), Polycopies a Parigi (12–16 novembre) e Più Libri Più Liberi a Roma (4–8 dicembre).
Lo scatto del tempo sarà disponibile dal 16 ottobre 2025 negli e-commerce di Fondazione Sella e Antiga Edizioni e sulle principali piattaforme come Amazon e Fishpond.

C.S. Fondazione Sella, G. Ch.