La Ineos Grenadiers sotto accusa per il aver sottoposto i propri corridori al controverso test con monossido di carbonio. A sollevare dubbi riguardo l’utilizzo della pratica da parte della formazione britannica è The Times, che rivela come il team ha effettuato questo test ai propri atleti, compresi alcuni minorenni, nel corso del ritiro di inizio stagione in Spagna. Le tempistiche corrispondono a quelle regolamentari, visto che l’UCI ha vietato la procedura a partire dal 10 febbraio, ma il quotidiano britannico solleva interrogativi riguardo il modo in cui è stato fatto. L’episodio sarebbe infatti avvenuto tra il 31 gennaio e il 1° febbraio presso l’Hotel Syncrosfera di Dénia, poco prima dell’introduzione delle nuove norme del massimo organismo internazionale, che ha comunicato al riguardo proprio il 1° febbraio.

La compagine britannica non è l’unica che è noto abbia usato questa procedura, visto che lo scorso anno si era parlato (con la conferma da parte di dirigenti e/o atleti) che vi avevano fatto ricorso molte squadre della massima divisione, fra cui anche Visma | Lease a Bike e UAE Team Emirates. Era tuttavia proprio da queste rivelazioni che si era scatenato un acceso dibattito che ha portato alla decisione dell’Unione Ciclistica Internazionale, che ha vietato l’inalazione ripetuta di monossido di carbonio per proteggere la salute dei corridori.

Utilizzato nella medicina sportiva per misurare, tra le altre cose, i livelli ematici, il monossido di carbonio, se utilizzato regolarmente, può anche anche ottimizzare i benefici fisiologici dell’allenamento in altitudine. Tuttavia, come riportato dall’UCI, “l’inalazione ripetuta, può portare a problemi di salute acuti e cronici, come mal di testa, letargia, nausea, vertigini e confusione. Tali sintomi possono peggiorare in qualsiasi momento e svilupparsi in problemi di ritmo cardiaco, convulsioni, paralisi e perdita di coscienza”, secondo l’UCI.

La INEOS Grenadiers ha dunque agito nel rispetto delle regole vigenti in quel momento, ma il quotidiano britannico sottolinea come le tempistiche scelte e le modalità in cui i test sono stati condotti, appaiano discutibili. Secondo quanto riportato, infatti, tutto è avvenuto in una semplice camera d’albergo, senza supervisione medica e alcuni corridori hanno manifestato sintomi fisici, tra cui nausea e difficoltà respiratorie. La squadra, che sinora ne aveva sempre negato l’utilizzo, in particolare durante il Tour de France 2024, ha spiegato di aver utilizzato questa tecnica solo come strumento diagnostico per misurare i livelli di emoglobina (Hbmass), non per migliorare le prestazioni.