di
Alessio Corazza e Matteo Riberto

I tre fratelli avevano minacciato di farsi saltare in aria. Il comandante provinciale dei carabinieri Claudio Papagno: «Un gesto assolutamente folle»

Sono tre i carabinieri morti nell’esplosione provocata da tre fratelli per impedire lo sgombero dalla casa colonica in cui vivevano. Le vittime sono il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari di 56 anni, il carabiniere Scelto Davide Bernardello di 36 e il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, anche lui 56enne.  L’intervento era programmato da tempo e dopo vari tentativi andati a vuoto, anche perché i tre fratelli avevano minacciato di farsi saltare in aria, sono stati inviati sul posto militari dei Reparti Speciali di Padova e Mestre, supportati dagli agenti dell’Uopi, dipendenti dalla Direzione Centrale Anticrimine, vista la delicatezza dell’azione. In affiancamento sono stati aggiunti anche i vigili del fuoco e squadre di soccorso dell’ospedale

I soccorsi

Rinforzi dei vigili del fuoco sono giunti da Venezia a Castel D’Azzano, per soccorrere le persone  travolte dalle macerie del casolare
crollato. Alcune squadre erano già attive sul posto a supporto delle forze dell’ordine, quando è avvenuto lo scoppio. Dal comando lagunare sono giunte le squadre «Usar» (Urban search and rescue) con 20 pompieri per le attività di ricerca.



















































«Attivata una bombola di gas»

«Era un’operazione congiunta di Polizia, al momento dell’accesso dell’appartamento i testimoni raccontano di aver sentito odore di gas e qualche istante dopo c’è stata l’esplosione». Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Uno Mattina sulla tragedia di Castel d’Azzano. Una tragedia che «segna la difficoltà, la complessità, la potenziale pericolosità di questo lavoro: dietro certe operazioni si celano delle insidie anche perché si ha a che fare con persone di difficile collocazione». 

La dinamica e i fratelli Ramponi

Erano circa le 3.15 di martedì mattina, 14 ottobre, quando in via San Martino a Castel d’Azzano è scoppiato l’inferno. «Un gesto assolutamente folle» lo ha descritto il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Claudio Papagno, con la voce scossa. Sotto le macerie di un cascinale distrutto, saturato di gas e fatto esplodere intenzionalmente, sono rimasti tre carabinieri, tre colleghi, di stanza a Padova e a Mestre. Altri diciassette uomini delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco sono rimasti feriti dalla deflagrazione (nello specifico 13 carabinieri, 3 poliziotti e un vigile del fuoco) e si trovano ricoverati, fortunatamente non in gravi condizioni, nei vari ospedali della provincia di Verona. I militari erano venuti qui su disposizione dell’autorità giudiziaria per eseguire uno sgombero. Nello stabile abitano tre fratelli, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, che da anni resistono allo sfratto. Circa un anno fa, avevano già minacciato di far saltare in aria tutto ma in quell’occasione lo sgombero era stato rinviato, i locali arieggiati e l’emergenza era rientrata. Questa notte non è andata così: all’arrivo dei carabinieri i tre hanno aperto la bombola del gas, la sorella ha dato seguito alla minaccia. Ed è scoppiato, appunto, l’inferno. Il piano superiore dello stabile è esploso e crollato, lasciando sotto tre carabinieri. «La deflagrazione ha travolto i nostri militari in pieno mentre stavano salendo – ha  specificato il il comandante Papagno – Già in passato avevano messo in atto condotte minatorie, ma non erano mai arrivati a questo punto. Dalla visione che avevamo fatto precedentemente con dei droni, avevamo visto che sul tetto c’era una serie di bottiglie
molotov, quindi c’era il concreto pericolo che ci potessero
essere armi ed esplosivi all’interno»

I fratelli sono rimasti solo feriti, con delle ustioni: due, Dino e Maria Luisa- autrice materiale del gesto – sono stati fermati subito. Franco è riuscito a fuggire ma è stato individuato poco dopo: era nascosto in un campo.

«E’ una storia che andava avanti da anni. E’ stata un’azione premeditata e volontaria», ha detto il procuratore di Verona Raffaele Tito arrivato sul posto dell’esplosione.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso profondo cordoglio per la morte di tre carabinieri.  «Con immenso dolore ho appreso stamattina della tragica scomparsa di tre carabinieri, caduti in servizio questa mattina a Castel d’Azzano, travolti da un’esplosione durante un’operazione di sgombero – ha dichiarato Crosetto – hanno sacrificato la propria vita compiendo fino all’ultimo il loro dovere al servizio del Paese».


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14 ottobre 2025 ( modifica il 14 ottobre 2025 | 15:46)