Il mondo della musica piange la morte di Livio Macchia, storico bassista e fondatore dei Camaleonti. L’artista si è spento a 83 anni a Melendugno, in Puglia. Macchia si era trasferito ormai da anni nella cittadina del Salento e da tempo stava combattendo una brutta malattia.
Addio a Livio Macchia dei Camaleonti
Ad annunciare la morte di Livio Macchia è stato Maurizio Cisternino, sindaco di Melendugno, dove l’artista viveva da diverso tempo. “Se ne va una stella del panorama della musica italiana e internazionale – ha commentato il primo cittadino -. Una stella della musica italiana e internazionale ma soprattutto un mio grande amico, un figlio della nostra Melendugno che lo ha accolto e amato fino alla fine”.
Lo scorso 30 giugno, Livio Macchia si era esibito sul palco per celebrare i 60 anni di carriera dei Camaleonti, ma anche per ricordare gli amici che erano venuti a mancare, come Paolo de Ceglie, Massimo Brunetti e “Tonino” Antonio Cripezzi. “Negli ultimi mesi, pur nella fragilità della sua malattia, ci ha continuato a donare generosamente e gentilmente la sua musica e ci ha fatto cantare tutti. È stato un onore organizzare insieme con lui e con l’amato figlio Livio il suo ultimo concerto dei Camaleonti a Roca”, ha svelato il sindaco di Melendugno ricordando il live e l’affetto della gente verso i Camaleonti, una band che ha fatto la storia della musica italiana.
Livio Macchia, la musica e il successo dei Camaleonti
Classe 1941, Livio Macchia era nato ad Acquaviva Delle Fonti, in provincia di Bari. All’inizio degli anni Sessanta aveva fondato i Camaleonti con Tonino Cripezzi, Paolo De Ceglie, Gerry Manzoli e Riki Maiocchi. La band, ispirata al beat rock statunitense era stata scoperta da Miki Del Prete nel 1965. Il collaboratore di Adriano Celentano, dopo aver notato il gruppo a Milano, gli aveva offerto un contratto con Kansas, nota etichetta discografica.
In seguito erano arrivati i primi successi con brani come Chiedi Chiedi e Sha la la la la. Nel 1966 era uscito il primo album dei Camaleonti, intitolato The Best Records in the World, ma a consacrare definitivamente la fama di Livio Macchia e dei suoi compagni erano arrivate le partecipazioni a famose manifestazioni musicali in giro per l’Italia come il Cantagiro, il Festivalbar e il Festival di Sanremo.
Sul palco dell’Ariston, i Camaleonti avevano debuttato con Eternità insieme a Ornella Vanoni, tornando poi a cantare nel 1973, nel 1976, nel 1979 e nel 1993. In un’intervista rilasciata di recente al Corriere della Sera, Livio Macchia aveva parlato degli esordi con i Camaleonti e del successo raggiunto.
“Eravamo sempre con gli strumenti in mano: al pomeriggio facevamo le prove, la sera si suonava sei ore di fila: impegnativo ma un divertimento unico – aveva raccontato -. Ci nota Miki Del Prete, collaboratore e paroliere di Celentano. Suonavamo un pezzo, Sha… la la la la, una mezza scemata di canzone, ma la gente la ballava e andava nei negozi di dischi a chiederla. Solo che il brano non esisteva. Alla fine Miki ce l’ha fatta incidere, ma solo dopo due anni che la cantavamo: abbiamo venduto 400mila copie… Improvvisavamo, genere americano e italiano, suonavamo Claudio Villa e musica soft, il liscio per i più grandi, il rock per i più giovani. Eravamo ragazzi, non ce ne fregava di niente e di nessuno”.