Lunga e molto interessante intervista concessa da Fabio Capello alla Gazzetta dello Sport. A pochi giorni da Roma-Inter, l’ex allenatore giallorosso e non solo ha messo a confronto i due allenatori della sfida, Gian Piero Gasperini e Cristian Chivu. Questo il suo punto di vista: «Aggressività, verticalità, pressione. Sì, ci sono punti di contatto — osserva Fabio Capello —. Anche se…».
«Ognuno dei due allenatori interpreta la pressione a modo proprio. Gasperini la applica a tutto campo, il suo “uomo su uomo” è un marchio di fabbrica riconosciuto che gli ha permesso di arrivare in alto con l’Atalanta e, adesso, con la Roma. Chivu viaggia in una direzione simile, ma meno esasperata, diciamo così: la pressione alta e la riaggressione permettono alla sua Inter di creare superiorità in attacco non appena recuperato il pallone, ma dietro la squadra rischia meno. La Roma invece accetta di esporsi ai pericoli, ma la solidità difensiva dei giallorossi li riduce al minimo. Più che nello stile di gioco, però, trovo che Gasp e Chivu siano simili sotto un altro punto di vista».
«La personalità: entrambi sono capaci di entrare con grande facilità nella testa dei giocatori».
Nonostante un gap generazionale importante e un vissuto totalmente differente in panchina…
«Già, Gasp è in panchina da una vita, ha allenato lo stesso Chivu ed è arrivato a Roma a 67 anni. Con i giallorossi è riuscito a ottenere da subito quello spirito di sacrificio che fa tutta la differenza del mondo, specialmente per il modo di giocare delle sue squadre. Chivu, prima di diventare l’allenatore dell’Inter, aveva alle spalle l’esperienza con la Primavera nerazzurra e una manciata di panchine col Parma in Serie A, in molti consideravano la scelta dell’Inter una scommessa rischiosa ma non io. E sa perché? Perché certe qualità non hanno bisogno della gavetta. In questo senso mi rivedo in Chivu: anche io, prima di allenare il Milan, avevo lavorato solo nelle giovanili e mi ritrovai a guidare un gruppo di campioni che aveva vinto tutto».
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