Che Tadej Pogacar vada forte ormai lo sanno anche le pietre. Ultimamente hanno iniziato a circolare in rete diversi studi sulla sua prestazione, ma per i meno addetti ai lavori si tratta solo di numeri. Facciamo uno sforzo ulteriore e cerchiamo di far capire cosa significhi tutto ciò.

Nel 2023, in condizioni in cui il percorso del Giro di Lombardia, il meteo e lo sviluppo della corsa erano praticamente identici all’edizione di quest’anno, lo sloveno impiegò 23’08” per affrontare la salita del Passo di Ganda. Analizzando quel dato, si stima un valore medio di 6,34 W/kg, che corrisponde a circa 412 Watt medi (considerando un peso di 65 kg).

Per chi fosse meno ferrato in materia, una prestazione massima su un intervallo di 20 minuti rappresenta un parametro ben riconosciuto per determinare il “motore” di un atleta. Infatti, un famoso test da sforzo consiste nel pedalare a tutta per 20 minuti e vedere quale potenza media si è espressa durante il test. Da quel valore si sottrae il 5 per cento e si ottiene una stima della famosa “soglia anaerobica” o, meglio, per essere meno “boomer”, della FTP (Functional Threshold Power), che è la potenza media massima che un ciclista può sostenere in modo costante per 60 minuti senza andare in esaurimento.

La potenza di Pogacarfoto: LaPresse
Il paragone della FTP

Ritornando a Pogacar e al 2023, si stima che in quel periodo, in base alla sua prestazione sul Ganda, avesse una FTP di circa 391 Watt.

Lo scorso weekend, Tadej ha effettuato la scalata in 21’22”, ben 1’46” in meno rispetto al 2023. Ovunque si afferma che il rapporto peso/potenza è stato di 7,22 W/kg, per cui, sempre considerando 65 kg di peso, ha sprigionato 469 Watt medi. Normalizzando il dato per ottenere una stima della sua FTP, si arriva a circa 446 Watt.

In due anni è passato da 391 Watt di FTP a 446 Watt, cioè un miglioramento di 55 Watt, o, se lo vogliamo esprimere in percentuale, si tratta del 14 per cento.

Parliamo di Z2 (e spieghiamo cos’è)

Per continuare l’analisi bisogna fare un passo indietro: questa primavera Pogacar ha rivelato che la sua Z2 si aggira intorno ai 320-340 Watt. Questa sua dichiarazione ha fatto esplodere il web e ha mandato in sconforto la quasi totalità dei ciclisti agonistici. Ma cosa significa Z2?

Tutto lo spettro dei possibili watt che un atleta può sprigionare viene suddiviso in una serie di zone che va da 1 a 7. Z1 è il recupero attivo, Z2 l’endurance (il famoso fondo lento), Z3 il fondo veloce, Z4 sono i watt sopra e sotto la FTP, Z5 è il VO2max (dove si inizia a sentire il sangue in bocca, tanto per capirci), Z6 equivale allo strappetto da affrontare a tutta, e Z7 lo sprint.

Un ciclista amatore evoluto si aggira intorno ai 300-320 Watt di FTP. Ovviamente tutto deve essere rapportato al peso, ma consideriamo solo la pianura, dove il peso conta solo marginalmente. Ricordate la Z2 da 340 Watt? Significa che quando Pogacar si allena in modo tranquillo per una lunga uscita di 5 ore, un comune mortale, pur evoluto a livello ciclistico, si trova tra la Z4 e la Z5, ovvero dopo solo 10 minuti è già cotto e pronto per tornare a casa.

La potenza di PogacarFoto: LaPresse
La misura del miglioramento di Pogacar

Ma riprendiamo i 55 Watt di miglioramento. Fino a due anni fa, il suo intervallo Z4 era di 352–410 Watt, cioè oltre i 410 Watt entrava in Z5 (quella del VO2max, lo sforzo che si può mantenere per circa 5-6 minuti al massimo). Adesso, a quanto pare, il suo intervallo Z4 è di 402–468 Watt. Quando nel 2023 spingeva 460–470 Watt si trovava all’inizio della Z6, dove l’acido lattico prodotto lo bloccava dopo pochi minuti, al massimo. Adesso, andando allo stesso ritmo, si trova in una centrata Z4. Capite cosa significa?

Significa che, in pratica, Pogacar non è “solo” migliorato di alcuni Watt, ma ha letteralmente saltato a piedi pari un’intera zona di potenza con il suo miglioramento.

A quanto pare, Tadej Pogacar non è solo un fenomeno nei valori, ma lo è anche nel miglioramento. Gli umani sono contenti di migliorare di un paio di Watt, mentre i fenomeni migliorano l’intera scala delle zone.

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