Diventano definitive le condanne a 22 anni per Alessandro Panella e 9 anni e 9 mesi per Luigi Zabara accusati di concorso nell’omicidio volontario dell’allievo paracadutista Emanuele Scieri, avvenuto il 13 agosto 1999 a Pisa all’interno della Base Gamerra della Brigata Folgore, dopo che la prima sezione della Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati. I due erano stati indagati con un altro ex commilitone di Scieri ed ex caporale, Andrea Antico, che però aveva scelto il giudizio abbreviato: per lui assoluzione in primo e secondo grado, poi confermata dalla Cassazione a dicembre 2024.
La soddisfazione della famiglia: “Finalmente chiusa pagina tristissima”
“Oggi è stata definitivamente scritta la storia – ha commentato l’avvocato della famiglia Scieri, Ivan Balbo – e adesso la mamma di Emanuele e suo fratello Francesco conoscono finalmente i volti dei suoi assassini”.
“Finalmente abbiamo chiuso questa pagina tristissima che andava avanti da troppi anni. Io oggi ero in aula, mia mamma no perché non ce la fa più. Ma quando ha ricevuto la telefonata dall’avvocato Ivan Baldo è scoppiata a piangere”, le parole di Francesco Scieri, fratello di Emanuele.
La ricostruzione del caso
Il giovane militare fu trovato cadavere il 16 agosto 1999 ai piedi della torre di asciugatura dei paracadute, in una zona isolata della caserma “Gamerra” di Pisa. Secondo la ricostruzione fatta dalla procura di Pisa, Scieri fu vittima di un grave atto di nonnismo: era stato costretto ad arrampicarsi sulla torre 3 giorni prima, la sera del 13 agosto 1999, e da lì precipitò per alcuni metri procurandosi gravi lesioni alla testa in seguito alle percosse subite.
Secondo i magistrati gli ex caporali durante la salita sulla scaletta d’acciaio lo avrebbero colpito ripetutamente alle mani anche con gli scarponi facendogli perdere la presa. Scieri fu poi lasciato agonizzante a terra e il suo corpo fu scoperto solo nella giornata del 16 agosto ormai privo di vita. La frattura e i traumi successivi portarono alla sua morte dopo alcune ore di agonia, evento che – secondo le perizie mediche – avrebbe potuto essere evitato con un soccorso tempestivo. Una prima inchiesta della procura pisana si chiuse senza indagati, il successivo lavoro della commissione parlamentare e le nuove indagini disposte dalla procura hanno dato origine a un nuovo procedimento.
Il caso venne infatti riaperto nel 2017 dalla Procura di Pisa, che ha ripercorso episodi di nonnismo aggravato, durante i quali Scieri fu sottoposto a vessazioni da parte degli “anziani” in caserma, pur trovandosi formalmente in licenza.
La sentenza della Cassazione ratifica le pene inflitte lo scorso dicembre dalla Corte di Assise di appello di Firenze: 22 anni di reclusione per Panella, ridotti rispetto ai 26 anni in primo grado, e 9 anni, 9 mesi e 10 giorni per Zabara, rispetto ai 18 anni iniziali. Sono stati confermati anche i risarcimenti a favore delle parti civili.
L’accusa ha contestato l’omicidio volontario per la fuga e il comportamento dei caporali subito dopo l’incidente, dato che l’ipotesi di omicidio preterintenzionale era ormai prescritta dall’agosto 2017.
