Il mondo dell’R&B e del neo-soul è in lutto. Il rivoluzionario cantante D’Angelo, al secolo Michael Eugene Archer, è morto martedì mattina nella sua casa di New York all’età di 51 anni, dopo aver combattuto contro un cancro al pancreas. La sua famiglia ha annunciato la scomparsa con un comunicato che ne conferma il decesso a causa della malattia, senza specificare il luogo. “La stella più luminosa della nostra famiglia ha spento la sua luce in questa vita”, si legge nel comunicato, che invita i fan a celebrare la sua musica più che a piangerne la perdita.
“I suoi cari ricordi rimarranno con noi, ma siamo eternamente grati per l’eredità di musica straordinariamente toccante che lascia dietro di sé. Vi chiediamo di rispettare la nostra privacy in questo momento difficile, invitandovi a unirvi a noi nel lutto e a celebrare il dono della sua musica”, ha dichiarato la famiglia.
Chi è il pioniere del neo-soul che ha vinto 4 Grammy
D’Angelo, considerato uno dei pionieri del neo-soul, ha vinto quattro Grammy e lasciato un’impronta indelebile nella scena musicale internazionale grazie a successi come Brown Sugar e Voodoo, influenzando generazioni di artisti R&B. Durante la sua carriera ha collaborato con artisti noti del panorama internazionale dell’hip hop, come Jay-Z, Snoop Dogg e Q-Tip.
Cresciuto nella tradizione musicale afroamericana ma deciso a romperne le convenzioni, D’Angelo fu tra i protagonisti della rivoluzione soul degli anni ’90, insieme a Erykah Badu, Lauryn Hill, Mos Def e Common. Con loro formava il collettivo informale dei Soulquarians, fucina di sperimentazioni e nuovi linguaggi.
La sua voce, calda, sospesa e profondamente sensuale, univa la potenza di Al Green alla vulnerabilità di Marvin Gaye. Ma fu il modo in cui la mise al servizio del groove, delle ritmiche hip-hop e della coscienza black a renderlo unico. Con album come Brown Sugar (1995) e soprattutto Voodoo (2000), D’Angelo diede vita a un suono completamente nuovo: non un revival, ma una trasformazione radicale della soul music, infusa di spiritualità, erotismo e consapevolezza sociale.
Il debutto con “Brown Sugar” gli valse un Grammy, mentre successivamente ricevette lo stesso premio per il miglior album R&B con Voodoo nel 2001 e con “Black Messiah” nel 2016. Nello stesso anno conquistò anche il Grammy per la migliore canzone R&B con “Really Love” e quello per la migliore interpretazione vocale maschile R&B con “Untitled (How Does It Feel)”, confermandosi come una delle voci più influenti del panorama neo-soul internazionale.
D’Angelo si ritirò dalle scene, schiacciato dalle aspettative, da problemi personali e di salute, e da un’industria musicale che non era pronta ad accettare la sua complessità. Seguì un silenzio durato quasi quattordici anni, rotto solo nel 2014 con la pubblicazione dell’album “Black Messiah”, accolto come un miracolo musicale e politico. Ha contribuito a colonne sonore, partecipato a progetti paralleli e, secondo quanto rivelato nel 2024 dal produttore Raphael Saadiq, stava lavorando a nuovo materiale: sei brani inediti che, ora, potrebbero vedere la luce postuma. Nella sua vita privata, l’artista era noto per la riservatezza. Ha avuto tre figli: uno con la cantante soul Angie Stone, tragicamente scomparsa in un incidente stradale nel 2025, e due da relazioni successive.