Il presidente Andry Rajoelina è  stato destituito con una risoluzione che è stata approvata con 130 voti a favore dalla camera bassa del Parlamento, ben al di sopra della soglia dei due terzi richiesta dalla Camera composta da 163 membri. La presidenza ha respinto il voto

I giovani malgasci hanno ottenuto ciò che sembrava impossibile: far cadere Andry Rajoelina. Il presidente ha lasciato il Paese domenica mattina dopo che i membri dell’unità militare Capsat – che sostengono oggi di aver assunto il potere – hanno sfilato insieme ai manifestanti e ha tenuto un discorso alla nazione lunedì sera dove ha annunciato di aver sciolto l’Assemblea Nazionale. Nel pomeriggio però, si è tenuta una sessione straordinaria indetta dall’opposizione che con 130 voti a favore su 163 ha destituito con una risoluzione l’oramai ex presidente. La presidenza ha respinto il voto in quanto “priva di qualsiasi base giuridica”. 

 

La fuga del presidente 

Lo scorso fine settimana Rajoelina aveva escluso la possibilità di dimettersi ma a causa della crisi politica che ha colpito l’isola, il presidente ha fatto sapere tramite Facebook di aver sciolto l’Assemblea Nazionale in conformità con l’Articolo 60 della Costituzione, anticipando così il voto dell’opposizione previsto per costringerlo alle dimissioni. “Questo decreto entrerà in vigore dopo la sua pubblicazione tramite radio e/o televisione”, ha dichiarato la presidenza in una nota pubblicata sul web. “Questa decisione è necessaria per ristabilire l’ordine all’interno della nostra nazione e rafforzare la democrazia”, ha proseguito. Secondo quanto riportato dall’emittente radiofonica francese RFI, il capo di Stato malgascio ha preso un elicottero dal suo palazzo presidenziale e ha raggiunto l’isola di Santa Maria prima di lasciare il Paese con un aereo militare francese. Subito dopo è volato sull’isola europea della Réunion e poi a Dubai, in seguito ad un accordo diretto con il presidente Emmanuel Macron. Rajoelina aveva fatto perdere le sue tracce nel fine settimana, prima di apparire in diretta social sostenendo di essere stato costretto a cercare un luogo sicuro per proteggersi dopo un “tentato omicidio” nel palazzo di Iavoloha e ha aggiunto di aver contattato diversi capi di Stato membri della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc). “Alcuni mi hanno proposto di inviare truppe come accaduto in Repubblica Democratica del Congo o in Mozambico, ma ho rifiutato”, ha concluso. 

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Nel frattempo il CAPSAT – Corpo di Personale Servizi Amministrativi Tecnici (Capsat), ha affermato lunedì di aver preso il controllo delle Forze Armate, dopo aver intimato sabato di “disobbedire” a qualsiasi ordine di aprire il fuoco sulla popolazione. Con sede a Soanierana, alla periferia della capitale, il CAPSAT ha partecipato al colpo di stato del 2009 che ha rovesciato l’allora presidente Marc Ravalomanana e ha permesso a Rajoelina di salire al potere per la prima volta. Come riportato dall’agenzia Apa, il ministro delle Forze armate ha accettato la nomina del generale Nonos Mbina Mamelison a capo della Gendarmeria nazionale, dopo la sua adesione al movimento di protesta, autoproclamandosi comandante. Nel frattempo, dopo il voto per l’impeachment nei confronti del presidente Rajoelina, il colonnello Michael Randrianirina, capo dell’unità militare d’élite CAPSAT, ha letto una dichiarazione alla radio nazionale affermando: “Abbiamo preso il potere”. 

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Le elezioni di Andry Rajoelina

Salito al potere per la prima volta con un colpo di stato nel 2009, ha mantenuto il potere fino al 2014. Rieletto poi nel 2018 e nel 2023 per un mandato quinquennale in un’elezione boicottata dall’opposizione, Andry Rajoelina rischiava di essere sottoposto a votazione per “incapacità temporanea” che richiedeva una maggioranza di due terzi nell’Assemblea Nazionale. 

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Cosa sta succedendo

La decisione della camera bassa del Parlamento, fanno sapere i parlamentari, è stata presa per evitare che il paese sprofondi nel caos a causa del vuoto di potere. Al momento la fuga di Rajoelina potrebbe rivelarsi un duro colpo per la rete d’influenza francese nell’Oceano Indiano. Il Madagascar è un paese  strategico per Parigi e per la sicurezza marittima e la proiezione economica verso l’Africa australe. Nel frattempo, l’ex presidente Ravalomanana ha esortato la popolazione ad evitare atti di violenza e ad unirsi per assicurare una transizione pacifica: “Oggi c’è una vacanza del potere, ma dobbiamo comunque rispettare la Costituzione”, ha affermato in un’intervista ad RFI. “Di fronte alle ripetute violazioni della Costituzione, alla violazione dei diritti umani e al saccheggio della nazione, un consiglio composto dall’Esercito, dalla Gendarmeria e dalla Polizia Nazionale assumerà le funzioni di capo dello Stato, e i membri civili potranno aderirvi entro pochi giorni”, ha detto il colonnello Randrianirina ai media parlando dal palazzo di Ambotsirohitra, sede presidenziale nella capitale Antananarivo . “Questo consiglio avrà un massimo di due anni per ricostruire le fondamenta della nazione” e, come parte di questo processo di transizione, si terrà un referendum costituzionale”. Il leader del CAPSAT ha anche annunciato la sospensione del Senato, della Corte Costituzionale e dell’Alta Corte di Giustizia, pur assicurando che l’Assemblea Nazionale (la camera bassa del Parlamento) avrebbe continuato a funzionare.

Madagascar, 13 ottobre 2025

©Getty

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