Riflettori accesi sul futuro di Christian Horner

Christian Horner è sulla bocca di tutti: che sia perché sempre più fonti iniziano ad accostarlo alla Ferrari o perché, al contrario, tante voci lo vedono impegnato in numerose telefonate con i vertici di varie scuderie di Formula 1 per trovare a stretto giro un futuro a lungo termine, l’ex team principal della Red Bull è sempre più vicino a fare il suo ritorno nel paddock dei GP.

D’altronde, dopo la ricca buonuscita da Milton Keynes e l’annuncio di un periodo decisamente breve di gardening leave (che terminerà nella primavera del 2026), proprio nei giorni scorsi è caduto l’ultimo vero ostacolo che si frapponeva tra il 51enne manager inglese e il muretto di una scuderia: la causa per il risarcimento in sede civile della sua ex collaboratrice che lo aveva accusato di molestie sessuali non arriverà a processo, con le parti che si sono accordate per chiudere la vicenda con il trasferimento di una somma intorno ai 3.5 milioni di euro.

La questione irrisolta: le quote azionarie di un team di F1

Così, chiusa anche quest’ultima pagina che legava Christian Horner ai burrascosi anni conclusivi della sua lunga carriera in Red Bull, adesso si pensa soltanto al futuro. E se l’inglese per il momento non parla, a farlo è l’ex pilota Martin Brundle, oggi apprezzato commentatore tecnico per Sky F1 nel Regno Unito che ha più volte dimostrato di avere un canale di comunicazione diretto con lo stesso Horner.

Secondo l’ex pilota inglese, c’è però una questione fondamentale ancora irrisolta: l’ex boss Red Bull vorrebbe infatti un ruolo alla Toto Wolff e quindi vorrebbe comprare delle quote (anche di minoranza) del team in cui andrà a lavorare, in modo da avere maggiore voce in sede decisionale: “Quando ho parlato con lui, mi ha detto chiaramente che tornerà solo se avrà un interesse personale, se avrà una quota della squadra e potrà costruire qualcosa, piuttosto che essere un semplice manager come era in Red Bull. Christian non era riuscito a ottenere alcuna partecipazione azionaria in quel caso, e quello di Toto Wolff è un buon esempio del ruolo che sta cercando, visto che è azionista per un terzo della Mercedes”.

Il 12° team non è una strada percorribile (per ora)

“Non mi sorprende che Horner – aggiunge Brundle a Sky Sports News – stia bussando ad alcune porte, per capire chi è disponibile. Ma non ci sono molte porte disponibili a cui bussare, sotto questo aspetto”. Per questo si è anche paventata l’ipotesi di guidare una cordata di imprenditori a capo di una dodicesima squadra, anche se l’idea sembra non piacere alla Formula 1: “Penso che gli attuali team di F1 spingeranno con forza così come gli altri investitori, per dire che al momento non vogliono una dodicesima squadra, mentre sono tutti impegnati a cercare di definire il regolamento per il 2026. Questo potrebbe essere un ostacolo in più per Christian, ma la F1 è la sua vita. È lì che risiedono le sue capacità e le sue esperienze”.

Ipotesi MotoGP?

Martin Brundle, infine, non esclude neppure l’ipotesi che alla l’inglese possa trovare ciò che cerca in MotoGP, detto che avere quote azionarie in una scuderia di Formula 1 esistente sembra una strada difficile da percorrere – di certo è impossibile che succeda in un top team come la Ferrari – al momento: “Sono sicuro che starà pensando anche alla MotoGP. È stata appena rilevata dalle stesse persone che gestiscono la F1 (la multinazionale americana dell’intrattenimento Liberty Media, ndr) e quindi è un campionato che crescerà. Ma immagino che la sua attenzione rimarrà sulla Formula 1 per vedere dove potrà rientrare. Sono sicuro che ci saranno partner, sponsor e altre persone che potrebbero voler unirsi a Christian Horner in questo viaggio”.