di
Francesco Sessa

Il monegasco ha sconfitto suo cugino Rinderknech in finale a Shanghai da numero 204 del mondo: «Abbiamo fatto colazione prima della finale. Ecco come ho gestito l’umidità della Cina. Il Principe mi ha ricevuto a sorpresa e mi ha seguito per tutto il torneo»

Un Masters-1000 vinto da numero 204 del mondo, in finale contro il cugino Arthur Rinderknech a Shanghai. Cosa prova a freddo Valentin Vacherot?
«Una parte di me inizia a realizzare, l’altra è ancora confusa».

In aeroporto un’accoglienza da eroe.
«Famiglia e amici di scuola e del Country Club: uno dei momenti più emozionanti».



















































Le ore prima della finale, lei e Arthur: cugini o rivali?
«Ci siamo scaldati insieme, ma prima ancora abbiamo condiviso la colazione. Un bel momento, che resta tra noi».

Il vostro abbraccio dopo le due semifinali ha fatto il giro dei social.
«Ero più stressato durante il suo ultimo game contro Medvedev che in tutte le mie partite. Abbiamo trascorso tanto tempo assieme da bambini, poi all’università in Texas. E non ci eravamo mai affrontati!».

Il suo idolo Federer era a vedere la finale.
«Sono sincero: dopo alcuni punti sbirciavo in alto per vedere la sua reazione. L’ho conosciuto prima della partita: indescrivibile».

Ha vinto i Challenger in India e Thailandia, ora nell’umidissima Shanghai: è maestro in condizioni estreme?
«Ho trascorso tutta la vita con caldo e umidità: Montecarlo, ma anche il Texas. A Shanghai l’acclimatamento è stato duro, ma mi sono abituato in fretta. E ho giocato spesso di notte: più umido, ma meno caldo. Il meglio per me».

Si stava già preparando ad affrontare Sinner.
«Pensavo: “Giocare con Jannik è la cosa migliore che possa capitarmi”. Ho seguito la sua partita con Griekspoor e il suo ritiro, mi sono detto: avrò più chance. È andata bene».

Vi incontrate spesso a Montecarlo?
«Non ci siamo mai allenati insieme, ma uno vicino all’altro. Lo incrocio spesso in palestra, negli spogliatoi: è una bella persona, mi augura sempre buona fortuna per i tornei, anche quando sono Challenger. Spero di giocare presto contro di lui, sarebbe un onore».

Ha incontrato il Principe.
«Ieri mi ha fatto una bella sorpresa, non me l’aspettavo. Ha seguito il mio torneo e dopo la finale mi ha telefonato».

Oltre un milione di dollari in un singolo torneo: spese folli in arrivo?
«Porterò mamma e papà agli Australian Open a gennaio. Questi soldi mi aiuteranno a pagare lo staff, a prendere voli migliori, a invitare più persone ai tornei. Insomma: godermela un po’ di più».

Proprio nessuno sfizio?
«Magari comprerò un paio di cose, ma non costose: non mi piace sprecare i soldi».

Ora è numero 40 del mondo. Il prossimo obiettivo?
«Dopo un Masters-1000 c’è lo Slam, giusto? Ma non avrei mai pensato di vincere un mille, figurarsi uno Slam. Montecarlo sarebbe il sogno. Ci sarà tempo per pensarci, ora voglio solo godermela».

15 ottobre 2025 ( modifica il 15 ottobre 2025 | 07:04)