Il suo intervento è diventato virale, anche per la lucidità con cui ha affrontato la minaccia. In un secondo momento, Jolanda Renga ha pubblicato un audio in cui ha spiegato quello che è accaduto: «Venerdì ho ricevuto questo messaggio e mi sono spaventata, non per la minaccia in sé, perché so che non esistono queste mie foto da nessuna parte, però boh, ho pensato intelligenza artificiale, insomma, le ho pensate veramente tutte».

Ha poi aggiunto un messaggio rivolto a chiunque possa trovarsi nella stessa situazione: «Volevo dire se vi è capitato di riceverlo, se lo riceverete mai, ma spero di no, non vi preoccupate». E ha raccontato i suoi primi passi dopo l’accaduto: «Ho bloccato il numero e ho chiamato subito mio padre, mia madre, chiunque potesse darmi una mano».

La famiglia si è mossa immediatamente per sporgere denuncia. Il messaggio ricevuto rientra nei casi di tentato revenge porn e cyberbullismo, pratiche che si moltiplicano con l’uso di immagini false o manipolate attraverso l’intelligenza artificiale, i cosiddetti deep nude. Anche se non esistono sue foto compromettenti, Jolanda ha affrontato seriamente la minaccia, consapevole della sua pericolosità.

Non le piace stare sotto i riflettori, ma da tempo ha dato prova di essere una ragazza che, quando è il caso, sa uscire dall’ombra. Lo ha fatto quando, sul suo profilo TikTok, ha postato un video per rispondere agli insulti ricevuti sui social per il suo aspetto fisico. ​«Sono io, Jolanda, la figlia brutta». E aveva attaccato: «Il mio sogno, per fortuna, non è essere bella e neanche la sosia dei miei genitori. In realtà il mio desiderio più grande nella vita è fare delle cose che contano, cose importanti e mi piacerebbe tentare di migliorare un po’ il mondo. Io tengo molto di più alla mia anima che alla mia faccia e al mio aspetto, perché quello non resterà per sempre, invece il mio cuore e la mia anima saranno quelli per tutta la vita e quindi preferisco siano loro ad essere belli e puliti».

Già alle medie, quando ce n’era bisogno, sapeva andare controcorrente: «Mi sono beccata la fama della spia, ma lo rifarei: una mia compagna veniva bullizzata, le dicevano che era lesbica, l’hanno spinta alla depressione. La convinsi ad andare insieme dall’insegnante».

E non le ha mandate a dire nemmeno quando, a sua madre, Striscia La Notizia aveva consegnato il tapiro dopo la fine della storia con Massimiliano Allegri: «Quella volta ho agito d’istinto, di pancia. Mamma è sempre stata la mia roccia e mi era dispiaciuto vederla tornare a casa abbattuta», ha spiegato al Corriere. «Su due piedi ho pensato a cosa potevo fare per aiutarla e l’unico strumento che avevo a disposizione era il mio telefonino: ho scritto un post e l’ho pubblicato. Magari avrei dovuto pensarci di più, però sono felice che mamma mi abbia potuta sentire vicina».

È a lei, a mamma Ambra, che si sente più simile. «Penso di assomigliare di più a mia madre: sono determinata come lei, ci piace esporci per una giusta causa. Papà è più silenzioso, ama stare nella comfort zone. Però sono testarda come tutti nella mia famiglia, compreso mio fratello Leonardo: abbiamo quattro caratteri molto forti».