Finora si è parlato soprattutto dei ferraristi che lasciano il Cavallino per andare a rinforzare l’area dei motoristi Audi: ci riferiamo a Wolf Zimmermann (che ha la valigia pronta ma non ha ancora preso la porta del Reparto Corse della Ferrari) e il suo vice Lars Schmidt, figure di spicco nell’area di ricerca e sviluppo dei motori di Maranello, ma la Casa dei quattro anelli che si sta preparando al debutto in F1 nel 2026, gioca una partita da underdog nel Circus.
Mattia Binotto, Head of Audi F1 Project, ha lanciato un piano quinquennale che punta a vincere nel 2030. In un’interessante intervista concessa ad Autosprint, l’ingegnere ex ferrarista ha delineato uno scenario interessante: “La F1 è lo sport più complesso e non solo nel Motorsport. Questo per dimensione e tecnologia. La storia insegna che tutti i cicli vincenti si basano su un periodo di preparazione che va da 5 ai 7 anni. Vogliamo farcela in 5 anni: tre per costruire e due consolidare”.
Mattia Binotto, Head of Audi F1 Project
Foto di: Peter Fox / Getty Images
Il quadro è chiaro, ma è giusto dire che la trasformazione di Sauber in Audi è iniziata da tempo e il marchio di Ingolstadt non approda ai Gran Premi come la Cadillac che sta costruendo la sua squadra da zero. Il team elvetico ha abbandonato l’ultimo posto nel mondiale Costruttori, mettendosi nella condizione di andare a punti con entrambi i piloti, per cui c’è una percezione oggettiva della crescita, mentre nessuno parla del Competence Center Motorsport Audi che ha sede dal 2014 a Neuburg an der Donau in Germania.
Si tratta di una factory di 3 mila mq dove i Quattro Anelli hanno sviluppato l’area motori: a Neuburg an der Donau è nata l’Audi R18 e-tron per il WEC, l’Audi RS Q e-tron che ha corso e vinto alla Dakar, per non parlare dell’Audi RS 5 DTM o della gestione della monoposto di Formula E. Stiamo parlando, quindi, di un centro di eccellenza, che si è dovuto adeguare alle esigenze della F1. La struttura è stata allargata così come si è moltiplicato il personale pescato in casa Mercedes e Ferrari dove c’è più esperienza e conoscenza.
La sede Audi di Neuburg dove nascono le prower unit
A sentire le voci del paddock la power unit più accreditata in questa fase è quella Mercedes che equipaggerà il team ufficiale di Brackley, oltre a McLaren, Williams e Alpine. Ci sono molte aspettative per Ferrari che vanta una grande tradizione di motori e c’è attesa per l’abbinamento di Honda con Aston Martin, ma quasi nessuno sa niente di Audi e Red Bull Powertrains by Ford.
La Ferrari, dopo aver rinunciato ad una testata molto innovativa in acciaio proposta da Zimmermann perché non ha raggiunto i valori di affidabilità attesi, ha ripiegato su una soluzione in lega di alluminio che disporrà di un rivoluzionario e segretissimo sistema di aspirazione. Il tempo perso, ovviamente, si paga e i tecnici diretti da Enrico Gualtieri si trovano un po’ ad inseguire Mercedes con Honda non lontana.
Ma l’Audi che si nasconde dov’è? Le indiscrezioni che circolano (ora c’è una grande circolazione di motoristi da un Costruttore all’altro…) dicono che i tedeschi avrebbero sfondato con il motore termico il muro dei 400 kW, arrivando, quindi, a oltre 540/550 cavalli, mentre la blasonatissima PU Mercedes sarebbe accreditata di 420 kW, vale a dire circa 571 cavalli. Non tantissimo di più giusto per cominciare…
Questi sono numeri da prendere con le molle, perché non si tratta di dati conclamati, ma di spifferate di chi… annusa l’aria dopo aver sentito parlare di test di durata ai banchi prova. E i picchi di potenza non indicano qual è il valore di affidabilità, visto che un’intera stagione di 24 GP dovrà essere affrontata con quattro unità.
Gernot Dollner, CEO Audi, crede nel progetto F1
Foto di: Andy Hone / Motorsport Images
E, comunque, Audi, almeno all’inizio farà fatica nel mettere insieme le due anime della squadra (Hinwil e Neuburg), ma è lecito pensare che il punto di partenza per diventare un vero top team sarà più alto di quello che ci possiamo immaginare nella semplice trasposizione della Sauber in un team ufficiale.
La partita di Binotto è molto difficile, ma il reggiano, svizzero di nascita, ha dato un buon indirizzo all’inizio dell’avventura dei quattro anelli in F1. Certo, andare poi a vincere sarà un’altra storia, ma quella tedesca è una Casa abituata ad accettare la sfida tecnica…
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