LECCE – Nuove riduzioni di pressione su tutta la rete, dopo quelle varate alla fine del 2024: le ha disposte Acquedotto Pugliese per allontanare il rischio di emergenza idrica.
La decisione si basa su una valutazione razionale perché l’Osservatorio permanente dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale ha innalzato al massimo il livello di severità idrica: con i livelli attuali di consumo (civile, industriale, irriguo) e con i valori di precipitazioni e temperature registrate fino a oggi e stimabili in base alle ultime previsioni, l’acqua disponibile coprirebbe il fabbisogno per oltre 4 milioni e 300mila persone fino a gennaio.
Introdurre le riduzioni sin da lunedì 20 ottobre significa creare i presupposti per allontanare la scadenza ed evitare restrizioni più dure come le turnazioni nell’erogazione, ipotesi che fino a questo momento è stata scongiurata, in controtendenza con quanto avvenuto in altre aree del Mezzogiorno. Rispetto al 2009 gli interventi di innovazione delle infrastrutture e della gestione hanno portato a un risparmio di 117 milioni di metri cubi di acqua che corrisponde all’incirca alla quantità oggi presente negli invasi del Sinni, del Pertusillo e del Fortore.
Impianti di grande adduzione.
Due anni di fila con scarsità di precipitazioni, tuttavia, hanno inaridito la disponibilità delle sorgenti – oggi inferiore del 28 percento rispetto alla media degli ultimi dieci anni – dalle quali deriva quasi un terzo dell’acqua potabile distribuita. Più critica ancora è la situazione degli invasi dai quali viene soddisfatto il resto della domanda: le loro riserve si sono ridotte del 61 percento e va tenuto presente che più della metà di questa acqua è destinato agli usi irrigui e industriali. Si deve tener conto che del fatto che su queste risorse gravano i prelievi interregionali (ci sono anche Campania e Basilicata).
Lo scenario climatico appare tutt’altro che incoraggiante e il 2026 rischia di diventare il terzo anno consecutivo di crisi idrica. Un impianto di autoclave con serbatoio di accumulo può quindi garantire la distribuzione dell’acqua anche ai piani più alti e negli ambienti più lontani dal contatore, posizionato al piano strada.
La sala controllo di Aqp.
Quella attuale è la quarta crisi idrica da inizio millennio e Aqp, in coordinamento con Regione Puglia e Autorità Idrica Pugliese, sta affrontando il cambiamento climatico puntando su tre azioni: il risanamento e la digitalizzazione delle reti, con interventi in corso per 800 milioni di euro su mille e 300 chilometri di condotte; il riuso, con 76 impianti di affinamento per sostenere l’agricoltura con oltre 130 milioni di metri cubi d’acqua all’anno; la ricerca di nuove fonti e la realizzazione di dissalatori, tra cui quello in costruzione a Taranto.
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