Il principe dei game show Gerry Scotti, com’è stato introdotto dalla band in studio, si lascia molto andare durante la messa in onda de La Ruota della Fortuna. A dire il vero, però, è sempre stato molto “libero” nel modo di presentare. Del resto la grande esperienza, che lo ha visto anche passare dalla radio per molti anni, gli permette di rinunciare al ruolo di “presentatore ingessato”. A volte, però, si corre il rischio di esagerare.

Un’imitazione infelice

La puntata del 15 ottobre 2025 de La Ruota della Fortuna ha avuto inizio con grande serenità. Al centro della scena l’ormai solita complicità con Samira Lui, ma non solo. Uno scambio di battute con la band ed ecco che arriva il momento di dare inizio al gioco vero e proprio.

Si parte con le presentazioni dei tre concorrenti, campione compreso, e poi spazio a Samira per il momento giramondo. La parola della puntata è didgeridoo, ovvero uno strumento musicale a fiato che porta i presenti a parlare dell’Australia, dov’è tipico. Basta la sola parola a scatenare un certo tipo di ironia da parte di Gerry Scotti.

Qualcosa che ci si poteva risparmiare, onestamente, che fa parte di un catalogo di battute anni ’80-’90, verrebbe da dire. Qualcosa che poteva anche non raggiungere i Duemila, per intenderci. Didgeridoo gli suggerisce “digerito” ma, terminando con “-idu”, al principe dei game show viene bene in mente di proporre un’imitazione stereotipata di una persona proveniente dall’Africa.

Digeridu? Eh, abbastanza digeridu. Mangiadu pesandu, digeridu. Se non digeridu, mangio qualcosa buono per digerire. Sembro il mio amico pizzaiolo egiziano che è sotto casa mia”.

Nel mondo della televisione le parole hanno un peso, com’è stato fatto notare di recente a Enrico Mentana che ha parlato di “transumanza dei palestinesi”. Si dovrebbe essere consapevoli di ciò che si dice e di come lo si fa, ma soprattutto del grande e diffuso mezzo che si sta sfruttando. Inutile dire che una cosa del genere verrà ridotta da qualcuno alla solita “storia del politicamente corretto” ma, vogliate o no, le parole contano ancora qualcosa.

Da aggiungere, poi, che per Scotti il pizzaziolo egiziano citato e l’aborigeno mostrato in foto mentre suona il didgeridoo parlano alla stessa maniera. Sulla scia di un filo rosso che è unicamente il colore della pelle. Viene da chiedersi se nel grande panorama delle battute da osteria anche un bianco sudafricano come Musk parli così l’italiano.

Donna senza nome: “Bionda”

Come suggerito dal titolo, il peso dell’età si sente. Lo zio Gerry, così, ne inanella un’altra poco dopo. A indovinare la prima frase è il concorrente di Milano, che si becca un bel: “Bravo, Luigi“. E ancora: “Luigi da Milano si presenta con il suo mille e sarà il primo a girare la ruota”. Ma non finisce qui: “Benvenuto, Luigi. (…) Forza, Luigi”.

Contiamo quattro “Luigi” in pochi minuti, ma poi ecco: “Bionda!”. La concorrente, il cui nome è Giulia, resta un po’ stranita dall’appellativo. Ed ecco che Gerry spiega il proprio collegamento mentale: “Io chiamo Bionda anche lei (indicando Samira Lui, ndr), figurati. Dico, Bionda sei pronta? (…)”.

Il tono non è molesto, in nessun modo. Ricorda invece il modo di fare di uno zio amorevole alla cena di Natale. Quel parente che ti vedrà sempre come una bambina e che continua in qualche modo a restare legato a quel ricordo. Gerry però non conosce la concorrente, eppure le dà della Bambina (ha 20 anni) e soltanto a lei riserva il trattamento speciale della sparizione del nome. Poco dopo, infatti, si torna alla normalità maschile: “Devi passare il gioco all’amico Marco”.

Nuovamente, le parole hanno un peso e di questa differenza d’atteggiamento avremmo fatto a meno. Nella sfida a distanza con Stefano De Martino, si può dire che soltanto uno dei due abbia ben chiaro in che anno siamo esattamente.