Le parole del commissario tecnico della Nazionale dopo il successo per 3-0 su Israele nelle qualificazioni Mondiali

Rino Gattuso, CT dell’Italia, ha parlato ai microfoni di VivoAzzurro dopo il successo per 3-0 al Bluenergy Stadium di Udine contro Israele.

Di seguito le sue dichiarazioni:

“Noi questo tipo di partiti lo dovevamo fare. Penso che una lezione che abbiamo subito là diceva questo. Ma oggi c’erano queste difficoltà uguali, che portano a giro. Sono bravi, hanno tecnica, non rischiano tanto. E abbiamo provato quando partivano dal basso ad andare sui riferimenti. Siamo stati molto bravi quando facciamo gruppo difensivo da metà campo. Quando stavamo da metà campo abbiamo giocato molto bene di riparto. Mi sono piaciuti tanto i giocatori. Però sapevamo che c’era da pedalare perché ci portavano a portare un po’ a giro”.

Quarta vittoria consecutiva, 16 gol fatti sotto la sua gestione. È soddisfatto di questi numeri?

“Sono soddisfatto non dei gol. Prendetemi per pazzo, ma sono soddisfatto per come lavorano i due attaccanti. Per la mole di lavoro che fanno.Perché solo così si può supportare due attaccanti di peso. Quando andiamo a pressione vanno sempre dopo a scalate. C’è palla lunga, vengono sulle seconde. Quando vogliamo appoggiarci, i canali sono aperti, vengono a legare e riescono a farci sviluppare il gioco. Capisci che sia Kean, sia Pio Esposito, sia Retegui. Dopo Raspa c’era un po’ meno perché c’era un giocatore diverso. Ma anche lui si è sforzato. Capisci che per noi in questo momento sono giocatori che sono valori aggiunti. Perché di là dei gol che sono importanti. Perché si gioca per i gol ma stanno facendo cose incredibili”.

Mi piace sottolineare il bel abbraccio del pubblico di Udine.

“Era il minimo che potevamo fare. Ieri ho detto che i 10.000 di oggi davano 30-40.000 persone. Perché fare la fila per due ore e mezza, tre ore per entrare non è facile. Uno se ne sta a casa. Per fortuna che è stata una bella serata. Non faceva freddo però penso che veniva ugualmente. Bisogna veramente fargli complimenti e ringraziarli. Perché si sono fatti sentire, ci hanno aiutato. Alla fine era il minimo che potevamo fare”.