di
Fabio Paravisi
La vittima nei racconti degli amici fra Strozza e Val Brembilla. Le incertezze a scuola e i viaggi nei paradisi del lusso. La madre russa e il padre muratore da 17 anni in stato vegetativo per la caduta da un ponteggio
A nove anni era una bambina timidissima che a scuola stava in un angolo e quando andava a fare visita alle amiche non osava parlare con le madri. Sei anni dopo era una ragazza che attirava gli sguardi di tutti anche sull’autobus che la portava a scuola, non sapeva di preciso cosa avrebbe fatto della sua vita ma sentiva che i paesi della Valle Imagna in cui era nata e cresciuta le stavano stretti. Un sogno, quello di Pamela Genini, che l’ha portata lontana da casa, tra spiagge, barche, Paesi esotici e reality show, senza sapere che sarebbe terminata nel sangue dei colpi sferrati con un coltello da caccia dell’ex compagno che ha fatto irruzione in casa sua.
La famiglia
I Genini vengono da Val Brembilla, salendo lungo la via Croce Garateno i campanelli sono pieni di persone con lo stesso cognome. «Mi ha mandato la notizia un’amica, per me è stata una pugnalata al cuore», dice Luisa Genini: suo marito Roberto è cugino del padre di Pamela.
Sergio Genini faceva il muratore e il suo lavoro lo portava in giro per l’Europa. A fine anni Ottanta parte per la Russia per un cantiere impegnativo, sta via molto tempo e quando torna ha una moglie russa, di nome Una, e una bambina, Veronica, nata nel 1990. La coppia vive in una casetta molto piccola al civico 26, dove due anni dopo arriva Nicola e nel 1996 Pamela. Gli spazi sono stretti, Sergio nota un mulino abbandonato dietro un supermercato a ridosso della provinciale a Strozza: è su due piani, ha a fianco un terreno lungo e stretto in cui impiantare un orto e ha bisogno di lavori ma può essere la nuova casa della famiglia. Con qualche difficoltà ottiene i finanziamenti e inizia a ristrutturarlo. Ma il suo è un lavoro rischioso, qualche anno prima era stato colpito da una forte scossa elettrica, senza conseguenze. Nel 2008, mentre lavora nel Lecchese per una ditta straniera, cade da quindici metri d’altezza e da allora è paralizzato e incosciente. Per un po’ è ricoverato al Don Orione, a Bergamo, poi la moglie decide di accudirlo da sola. Appena Pamela termina le scuole medie la famiglia si trasferisce nell’ex mulino di Strozza, ormai sistemato. Ieri i familiari erano raccolti in casa ma si sono rifiutati di parlare a chi suonava.
«Quando si sono trasferiti abbiamo perso i contatti con loro — dice Luisa Genini —. Mi dispiace molto anche per la madre, che ne ha passate tante. La vita ci dà queste cose». Pamela per un po’ continua a frequentare gli amici ma un po’ alla volta i legami si allentano. Qualcuno la ricorda a una cena di classe organizzata dai suo compagni al ristorante Pascoletto, ormai più di dieci anni fa. «Si è presentata, ha salutato e se n’è andata», racconta un’amica.
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La timidezza
Chiunque si ricordi di Pamela ne parla come di una bambina molto timida. Per esempio decide di fare la majorette ma sembra avere paura di mettersi in mostra. «È venuta ai nostri corsi in palestra tra i 6 e i 9 anni, molto timida, parlava veramente poco, anche se era già molto bella — racconta la sua istruttrice del Gruppo Twirling —. Non ricordo se avesse superato i vari esami per avanzare nei nostri gradi. Sono stata molto colpita dal suo cambiamento, vedevo sui social com’era diventata, i suoi viaggi esotici». Elementari e media vanno bene, le piace disegnare, frequenta le amiche. «Quando veniva da noi quasi non parlava, stava sempre sulle sue — racconta la madre della compagna Michela Milesi —. Non usciva dal suo guscio. La madre è sempre stata molto protettiva nei suoi confronti, la accompagnava dappertutto. Aveva quell’aria da: guai a chi mi tocca la mia Pamela».
Il cambiamento
La passione per il disegno spinge Pamela a iscriversi al Liceo artistico di Bergamo, ma lo abbandona dopo pochi mesi. «In quel periodo è cambiata completamente — racconta Michela Milesi —. È diventata più alta, si è tinta i capelli biondo platino, ha cominciato a frequentare i locali». La ricorda anche un autista dell’autobus per Bergamo, durante una pausa al bar Dolci di Sant’Omobono: «Le altre avevano lo zaino, lei arrivava con la borsettina, sempre molto elegante che tutti la guardavano, a volte si faceva aspettare alla fermata».
Pamela in qualche modo si era sempre sentita diversa, racconta Michela, che qualche anno dopo l’ha ritrovata alla Scuola per parrucchiere di San Giovani Bianco: «Col fatto che la madre era straniera tanti la consideravano in modo differente dalle altre ragazze del paese. So che soffriva della situazione in cui si trovava il padre ma non ne parlava molto.
Chiacchieravamo un po’ sull’autobus, non diceva niente di particolare su quello che avrebbe voluto fare, ma la valle un po’ le stava stretta. Poi ha interrotto anche la Scuola per parrucchiera, e l’ho rivista solo qualche anno dopo sui social. C’era stato un cambio radicale, forse qualche amica l’ha inserita in un ambiente mondano e l’abbiamo persa». Fino a pochi anni fa la ragazza frequentava il negozio di parrucchiera «P & J», sulla provinciale a Ponte Giurino: «Era molto semplice, non chiedeva mai niente di complicato — ricorda la titolare Pamela Locatelli —, ma non ricordo che abbia mai parlato di se stessa».
Le attività
Attorno alla casa di Strozza vivono in pochi, chi ricorda Pamela dice di averla vista poco ma con auto di grossa cilindrata. La ragazzina timida è sparita dietro la modella che sfoggia sui social una sfavillante vita tra Milano, Montecarlo, Porto Cervo e Dubai. A 19 anni Pamela partecipa al reality «L’isola di Adamo ed Eva Italia», in cui i protagonisti devono stare tutto il tempo nudi. Dice di essere «alla ricerca di uomini non immaturi, simpatici e che la facciano ridere». Ma quando il dj Riccardo Vallone le fa la corte se ne va: «È un po’ troppo superficiale e ha ammesso che mi ha scelta solo per un fattore estetico. Non è stato in grado di scavare in profondità nel mio carattere». Nei suoi viaggi Pamela porta sempre con sé la sua chihuahua Bianca, alla quale ha aperto un profilo Instagram, con foto che ritraggono la cagnolina con cappottini sofisticati a Venezia, Portofino, Porto Cervo, le Dolomiti, Parigi e Montecarlo. Pamela si definisce «modella e giovane imprenditrice», si associa a un’agenzia immobiliare con sede in via Montenapoleone, e con l’amica Elisa Bortolotti crea la linea bikini «EP SheLux». Solo un mese fa ha sfilato sul tappeto rosso della Mostra del cinema di Venezia e si è fatta fotografare (col chihuahua) su un motoscafo che attraversa il Canal Grande. «Red carpet mummy», è la didascalia.
Chi la vede sorridere in abito da sera non immagina il dramma che sta vivendo nella vita privata. E anche se ormai è lontana dalla Valle Imagna, è sempre lì il porto sicuro in cui cercare protezione. Quando Gianluca Soncin le ripete «Se mi lasci ti ammazzo», Pamela pensa di tornare a vivere alla casa dei genitori, ma l’uomo minaccia di morte anche la famiglia della ragazza. Per proteggere i genitori, decide così di restare a Milano, andando incontro alla sua fine.
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16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 08:07)
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