Sette libri più uno, più qualche altro. Ha interpretato elasticamente la consegna dei sette suggerimenti di lettura, Pietro Grossi (nella foto di Ollie Rillands), autore del recente “Qualcuno di noi” (ne abbiamo scritto qui) per Mondadori. E si è affidato ad alcuni classici, anche contemporanei. E ha insinuato le guerre in qualche titolo… Si rinnova l’appuntamento con la nostra rubrica più amata (per leggere tutte le puntate basta cliccare qui)

“Teatro di Sabbath” e “Pastorale americana” di Philip Roth (Einaudi), traduzioni di Stefania Bertola e Vincenzo Mantovani

Perché ritengo che vadano letti insieme. Uno dei più grandi regali che ci possiamo fare come lettori è comprare entrambi questi volumi: e quando abbiamo finito Sabbath non andarcene in giro a farcelo circolare nelle vene, come di solito si fa con un capolavoro, ma raccogliere subito Pastorale e riprendere a leggere, come se fossero lo stesso libro. È come se un testo rispondesse all’altro, fin dalle prime due parole, e non c’è persona a cui abbia consigliato di farlo che ancora non mi ringrazi.

Roth

“Demon Copperhead” di Barbara Kingsolver (Neri Pozza), traduzione di Laura Prandino

Perché poco dopo averlo letto un mio amico mi domandò come fosse, e mi trovai a scrivergli che dopo il Conte (di Montecristo) e Sabbath (teatro di) era forse il libro che avevo più goduto a leggere. E perché ancora oggi, dopo quasi un anno da quando ho scritto quel messaggio, ci credo ancora.

“La pelle” di Curzio Malaparte (Adelphi)

Perché mentre siamo immersi in guerre che credevamo di studiare ormai soltanto nei libri, forse quei libri vanno più che mai ripresi in mano, soprattutto se riguardano noi stessi, e se sono capolavori come questo.

“Guerra e pace” di Lev Tolstoj

Perché se ci piace leggere non ha senso vivere senza averlo letto, e perché ci fa capire cosa siamo, per quale ragione ci ostiniamo a ucciderci.

“Franny & Zooey” di J.D. Salinger (Einaudi), traduzione di Matteo Colombo

Perché Salinger è uno degli scrittori più limpidi di tutti i tempi, e la sua opera è uno straordinario enigma. È un enigma perché è una composizione di fantasmi: come i fantasmi è scomparso lui nei boschi, e la sua più grande invenzione, la famiglia Glass, arriva a noi per frammenti, come nei sogni. Franny & Zooey sono i due più ampi e più cristallini di questi frammenti. Forse anche insieme a Un giorno ideale per i pesci banana e Lo zio Wiggly nel Connecticut. Quindi se vi avanza tempo leggete anche i Nove racconti.

“La donna che scriveva racconti” di Lucia Berlin (Bollati Boringhieri), traduzione di Federica Aceto

Perché Lucia Berlin è un talento sopraffino, e perché bisogna leggere racconti. Leggere però è sbagliato: i racconti non si leggono, si osservano, come fotografie. Se volete avere un’idea più chiara di cosa intendo leggete le Lezioni di letteratura di Julio Cortázar.

“Americans” di Robert Frank (Contrasto)

Perché così capite cosa significa che i racconti sono fotografie, e vi leggete anche l’introduzione di Kerouac, sai mai che vi venisse viglia di prendere in mano anche Sulla strada o I sotterranei.

Frank

Seguici su TelegramWhatsAppThreadsYouTubeFacebookTwitterInstagram. Grazie

Correlati