Incredibile come una piccola immagine possa contenere così tanto e riuscire a trasmetterlo.
È il caso dell’opera pittorica “BALZI ROSSI” di Veniero nella quale forme astratte e colori caldi sembrano sintetizzare più autunni. Forse non era questo che l’artista voleva comunicare poiché spesso le opere astratte nascono ” “da sè”, senza progetto, emergendo dall’inconscio nel quale però si trova tanto mestiere, ma certi “autunni” è cio che il dipinto ha comunicato a me. Il buon gusto di Veniero nell’accostare i colori è talmente evidente in ogni suo lavoro che quest’opera ne è l’ennesima prova. Non solo i colori, ma anche le materie che compongono questo dipinto sanno d’autunno.

Colori di foglie secche che dal rosso fanno un balzo verso il tono più basso dell’ocra e poi dalla levigatura della pennellata altro balzo verso la ruvida trama della tela nuda come un albero spoglio, come all’autunno delle vite che declinano alle quali resta solo la fragile, essenziale impalcatura dell’esistenza. Lo sguardo torna alla pennellata rossa ed è un altro tuffo al cuore che sobbalza alla vista di un brandello di foglio dove parole, forse mai lette o mai spedite, tracciano in corsivo con grafia elegante l’enigma di una storia sconosciuta, forse il finale, l’autunno, di una amore. Si sa che i poeti hanno un immenso potere immaginifico, a loro basta un piccolo spunto e per abitare l’universo.
Io ho sperimentato questo ” foliage artistico” forse inimmaginabile per il suo sudore, forse ho esagerato in immersione fantasiosa eppure non credo di aver sbagliato tanto, perché il “BALZI ROSSI” di Veniero sembra la stilizzazione dell’autunno, resa senza retorica. Della stagione in corso ha i colori, la tessitura e persino la dimensione delle foglie colte nel gran finale della loro elegia d’autunno.

Bruna Milani