Era il 2005 quando Bianca Balti fece il suo debutto a una sfilata di Victoria’s Secret. Quest’anno la modella, dopo la sua lunga e coraggiosa battaglia contro un tumore ovarico, aveva deciso di tornare su quella passerella. Ma non è stato possibile. La sua richiesta di partecipazione allo show che si è svolto ieri a New York è arrivata troppo tardi, il casting era già al completo. È stata la stessa Balti a raccontare l’accaduto nella sua ultima newsletter: «La settimana scorsa ho fatto qualcosa di audace. Ho contattato Victoria’s Secret e mi sono offerta di partecipare alla sfilata di quest’anno. Non so esattamente da dove mi sia venuta la forza (…) mi sono chiesta: “Cosa ho da perdere?”». L’intento non era sfilare per sé. O perlomeno non solo. Bianca voleva rappresentare «milioni di donne che hanno, hanno avuto o avranno il cancro». Perché da quando l’anno scorso le fu diagnosticata la malattia è «diventata la voce di innumerevoli donne»: «Mi scrivono ogni giorno donne in cura, sopravvissute, madri, persino bambine che combattono il cancro. Mi dicono che vedermi condividere il mio percorso, apparire senza parrucca in televisione nazionale e accettare le mie cicatrici dà loro speranza. L’ho imparato quando sono tornata sobria 12 anni fa: guariamo vedendo la prova che rifiorire è possibile».
Balti sa che il brand di intimo più famoso al mondo è cambiato. Meno sfarzo, più inclusione. Dunque perché non potrebbe sfilare anche una paziente oncologica? «Non sono la più giovane, la più formosa o la più in forma. Ma sono forte, coraggiosa e viva, e sono ancora dannatamente sexy. Porto le mie cicatrici con orgoglio e sfoggio con orgoglio i miei nuovi capelli». «Mentre scrivo», prosegue Bianca, «guardo Precious Lee, la regina in persona, annunciare che sfilerà quest’anno. Si commuove mentre parla di cosa significhi per lei, come donna nera, essere visibile. Anch’io dovrei sfilare. Non (solo) perché sono bella, ma perché rappresento milioni di donne che hanno, hanno avuto o avranno il cancro. Voglio mostrare loro che una diagnosi non è la fine della bellezza, della sicurezza o della sensualità. Che le cicatrici non cancellano chi siamo. Che la vita dopo il cancro può ancora essere audace, sexy e piena».
«Nei miei 21 anni da modella», ammette Balti, «ho fatto parte di un settore che spesso definiva la bellezza in modo restrittivo. Ero una musa ispiratrice di quella versione di bellezza bianca, magra, giovane. Ma non ho mai capito il potere della rappresentazione finché non mi sono ammalata di cancro». Bianca voleva sfilare al Victoria’s Secret Fashion Show per rappresentare le donne che affrontano o hanno affrontato la sua stessa battaglia. Ma il casting era già stato chiuso, e il tentativo della top model non è andato a buon fine. «Non l’ho presa sul personale», assicura Balti, lasciando poi intendere che forse il prossimo anno potrebbe riprovarci: «Siamo il vostro pubblico. Siamo i vostri clienti. Siamo le vostre sorelle, madri e figlie. E saremmo molto orgogliosi di vederci rappresentati: audaci, belli e vivi».