Fondata nel 1928 e dedicata al pittore molfettese Corrado Giaquinto, la Pinacoteca di Bari è il luogo sul lungomare che caratterizza la città pugliese che conserva la collezione dedicata soprattutto all’arte del territorio, con opere dal XI al XX Secolo. Attraversando le epoche e anche i luoghi (con opere di Vivarini, Giordano, Veronese, Tintoretto, fino a De Nittis, Boldini e alle ben note Pozzanghere di Pino Pascali), la Pinacoteca è nota anche per essere stata sede della famosa mostra Viaggio in Italia nel 1984, che proprio qui nacque.

Chi è Micaela Paparella

Nel marzo 2025, Micaela Paparella viene nominata consigliera della Città Metropolitana di Bari imprimendo un desiderio di rilancio ambizioso per questa istituzione e la sua storia. Paparella è delegata alla pianificazione del territorio, alla tutela del paesaggio e alla valorizzazione e tutela del patrimonio della pinacoteca cittadina. Tra visioni e sfide, si punta alla valorizzazione delle collezioni, all’apertura al contemporaneo e al dialogo costante con la città per rendere il museo un riferimento culturale per Bari e l’intera area metropolitana. La abbiamo intervistata per farci raccontare il suo progetto.

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pinacoteca metropolitana di bari corrado giaquinto visita guidata 1024x1024 1 La Pinacoteca di Bari tra passato e futuro. Intervista sul progetto di rilancioPinacoteca “Corrado Giaquinto”, BariIntervista a Micaela Paparella

Quali sono le linee guida che stanno orientando il percorso di rilancio della Pinacoteca “Corrado Giaquinto”?

La Pinacoteca deve essere vissuta come un centro culturale vivo, in dialogo costante con la città e con il territorio. Per anni è stata intesa come uno spazio meramente espositivo: ora vogliamo valorizzare le collezioni storiche, riportare alla luce opere rimaste nei depositi, ma anche accogliere nuovi linguaggi artistici che sappiano interpretare il presente. L’obiettivo è restituire alla Pinacoteca un ruolo centrale e riconoscibile, facendo sì che diventi un punto di riferimento identitario e di crescita culturale. Non mancheranno, quindi, gli incontri con le artiste e gli artisti, le visite guidate e le attività didattiche pensate per famiglie e studenti.

La programmazione culturale è sempre più strategica per i musei: quali sono le priorità e le iniziative in calendario nei prossimi mesi?

L’obiettivo principale è la valorizzazione del patrimonio già custodito tramite progetti espositivi, come quello in corso: “Il dono dell’arte. Donazioni, acquisizioni, restauri 2004-2025″, a cura di Nicola Zito, che fa emergere opere chiuse nei depositi. Nei prossimi giorni, la mostra sarà arricchita dalle immagini del fotografo Stefano Di Marco che raccontano con sguardo poetico e intrigante la bellezza sospesa dei gessi e delle sculture di Filippo Cifariello avvolti nel cellophane. Ma prioritaria è anche l’apertura del museo ai linguaggi contemporanei e alle nuove acquisizioni.

Cosa c’è in programma su questo fronte?

In occasione della Giornata del Contemporaneo, abbiamo presentato al pubblico il trittico Directionless donato dall’artista Jasmine Pignatelli e il suo video inedito Donne Meridiane, un’azione urbana in forma di pubblica affissione dedicata a dieci donne pugliesi che hanno lasciato una importante eredità culturale e sociale. Nella nostra collezione permanente entrerà anche una nuova produzione, l’opera site specific con cui per la prima volta la Pinacoteca Corrado Giaquinto si è aggiudicata il Pac 2025 – Piano per l’Arte Contemporanea. Si tratta di Le invisibili. Esistenze radicali dell’artista pugliese Pamela Diamante con la curatela di Roberto Lacarbonara. Quest’anno la Pinacoteca sarà anche partner della XI edizione del BIG Festival, con la presenza dell’attivista e performer brasiliana Berna Reale il cui lavoro artistico impone una riflessione sulla violenza esercitata dallo Stato e dalla società.

La storia del museo è legata non solo alla collezione, ma anche alla sua funzione istituzionale. Come immagina il ruolo della Pinacoteca all’interno della vita culturale di Bari e, più in generale, della Puglia? Quanto conta la memoria storica nella definizione della sua identità contemporanea?

La Pinacoteca, istituita quasi cento anni fa, nel 1928 e ospitata dal 1936 nel Palazzo della Provincia, custodisce un patrimonio che racconta la storia artistica e culturale della Puglia e non solo. Figure come quella della direttrice Pina Belli d’Elia hanno avuto un ruolo decisivo, con scelte lungimiranti che hanno ampliato e qualificato le collezioni, aprendo la strada all’arte contemporanea e alla fotografia. Valorizzare questa eredità significa rafforzare il legame con la comunità e offrire strumenti di conoscenza alle nuove generazioni per stimolare nuove forme di interpretazione e partecipazione.

Quali azioni sono state pensate per rafforzare l’accessibilità, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio?

Stiamo lavorando su più fronti. Da un lato con politiche di comunicazione più incisive, per far conoscere la Pinacoteca a coloro che non l’hanno mai visitata; dall’altro con interventi concreti sugli spazi e sugli allestimenti. Vogliamo rendere il museo più accessibile, accogliente ed attrattivo per i visitatori. Abbiamo avviato un progetto ambizioso di recupero e rifunzionalizzazione che prevede nuovi spazi e allestimenti, ma anche il rifacimento degli impianti di illuminazione e di condizionamento, il recupero di luoghi del palazzo oggi inutilizzati, come la terrazza e la Torre dell’Orologio. Ci sarà anche la riapertura delle grandi finestre sul mare per restituire al pubblico una vista mozzafiato.

La relazione con il territorio e con le istituzioni locali è cruciale per un’istituzione culturale: come state costruendo queste sinergie e quali risultati stanno emergendo?

La mia convinzione è che la Pinacoteca debba lavorare in rete con i comuni dell’area metropolitana, con la Regione Puglia e gli enti ministeriali, ma anche con le fondazioni, i festival d’arte e le università. Solo attraverso collaborazioni stabili possiamo rafforzare la funzione del museo come centro propulsore di cultura. Abbiamo già attivato progetti condivisi e politiche di prestito di opere con altre istituzioni museali. La collaborazione è la strada giusta per dare maggiore visibilità e forza al patrimonio che custodiamo e, soprattutto, per avvicinare un pubblico sempre più eterogeneo.

154713904 098901a3 0171 4241 8c04 d362c7eb987c 1 La Pinacoteca di Bari tra passato e futuro. Intervista sul progetto di rilancioPino Pascali, 9 mq. di pozzanghere, 1967

Come si inserisce in questo percorso di rilancio l’opera “9 mq di pozzanghere” di Pino Pascali? Quale significato assume per la Pinacoteca e per il dialogo con il pubblico?

9 mq di pozzanghere è un’opera straordinaria, che porta con sé tutta la forza innovativa e poetica di Pascali. Entrò a far parte del patrimonio della Pinacoteca nel 1981, grazie alla lungimiranza della direttrice Pina Belli d’Elia che comprese l’importanza di acquisire e custodire un’opera così significativa per la storia dell’arte. Recentemente grazie all’esposizione nella retrospettiva dedicata a Pino Pascali alla Fondazione Prada e al Padiglione Italia di Expo Osaka 2025, quest’opera ha ricevuto una grandissima attenzione, affermandosi come la più visitata e la più richiesta dal pubblico.

In cosa risiede il fascino di quest’opera?

Nel saper coinvolgere chiunque, anche i bambini. Infatti, l’installazione multimediale di touch design “Attraverso l’opera” che abbiamo realizzato insieme all’associazione Mamamma è ispirata a questo lavoro. Con un semplice tocco, ogni bambino dà vita a suoni e visioni che rendono l’esperienza divertente. È un progetto immersivo che recupera la dimensione ludica e performativa dell’arte di Pascali e i giochi rurali della sua infanzia.

Mario Pennelli

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