Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Andrea Stramaccioni ha parlato del big match della 7ª giornata di Serie A tra Roma-Inter
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Andrea Stramaccioni ha parlato del big match della 7ª giornata di Serie A tra Roma-Inter. “Una incrocio speciale, con tanti amici in campo e fuori. Da Gasperini, uno dei miei primissimi maestri quando appena 26enne lo incrociai lavorando per lui a Crotone, a Ranieri che conobbi a Trigoria e ritrovai all’Inter. E ancora Chivu, uno dei leader del mio spogliatoio”.
Più visibile l’impronta di Gasp o quella di Chivu?—
«Gian Piero è andato a Roma deciso a imporsi con concetti e idee consolidati nel tempo e lo sta facendo. Cristian sta implementando un sistema ereditato con idee e forza che convincono i calciatori. Entrambi possono ritenersi soddisfatti: in pochi mesi hanno già trasmesso parecchio. Ma sono solo all’inizio, hanno grandi margini».
In cosa è “gasperiniana” la Roma e in cosa deve ancora migliorare?—
«Lo è nell’altezza della linea difensiva, nell’occupazione degli spazi e in fase di possesso nel ragionare sempre “in avanti”. Mentre in fase di non possesso lo switch più evidente è l’atteggiamento mentale sulla palla persa: la reazione è spesso in riaggressione e raramente in protezione degli spazi e arretramento. Mancano ancora l’imprevedibilità e l’intensità che Gasp ama sul centrodestra dell’attacco e i gol del centravanti».
L’Inter? Quanto c’è di Chivu e cosa manca?—
«Il baricentro è più alto. Il centrocampista in zona della palla, Calha o una delle mezze ali, dà sempre il primo segnale di pressione e la squadra lo segue con coraggio. Va migliorata la tenuta mentale difensiva. In avvio di stagione è successo spesso, ora vedo più attenzione: se l’Inter tornerà a blindare la porta, ha pochissimi rivali».
A proposito di porta: a Roma Svilar fa miracoli, nell’Inter Sommer si è alternato con Martinez.—
«Svilar è stato ed è il miglior portiere della Serie A: c’è la sua firma sulla super difesa della Roma in questo 2025. Sommer ha superato il momento delicato post-Juventus, e Martinez ha dimostrato affidabilità: può essere il portiere dell’Inter».
I tre centrali di Gasp fermeranno Lautaro?—
«Ranieri ha avviato un lavoro straordinario che Gasp ha ripreso e proseguito. Per mettere in difficoltà la difesa giallorossa occorre rompere la sua forza, ovvero anticipo e copertura reciproca. La Roma soffre quando i tre centrali si isolano e perdono la loro compattezza: i gol di Simeone col Torino e di Kean a Firenze hanno tratti simili, alla punta viene dato tempo e spazio di calciare dopo che la linea si è scomposta».
L’Inter invece ha ritrovato solidità difensiva dopo alcune sbavature: il fattore Akanji incide?—
«Akanji ha dato il suo contributo, sì, ma Acerbi, Bastoni e Sommer hanno tutti alzato l’asticella».
A centrocampo è una sfida da sliding doors: Koné poteva essere interista, invece guida la Roma e sabato lo sfidano Barella, Calha e Mkhitaryan.—
«Koné è uno dei migliori nel suo ruolo, con lui Cristante capitalizza le sue qualità, non a caso è tornato in Nazionale. Barella va forte, Micki è in un buon momento e ha sfruttato la sosta, ma la chiave sarà la pressione riservata a Calha. Gasp di solito si “occupa” di lui in due modi: rovesciando il vertice d’attacco, con un 3-4-1-2 e un giocatore sempre sulle sue tracce, oppure disturbandolo “dal basso” con scalate aggressive di uno dei due mediani. Sono curioso di vedere stavolta, sarà una chiave della partita».
Da quale lato penderà la gara?—
«L’out più intrigante è Dimarco-Wesley, due che pensano sempre prima ad attaccare ma in maniera differente: Dimarco con la qualità del suo sinistro e con una condizione atletica invidiabile. Dall’altra parte, la qualità da baricentro basso di Angelino contro la fisicità di Dumfries: quando l’olandese attacca il secondo palo, è dura per tutti…».
Bonny e Pio volano: l’assenza di Thuram peserà meno del solito?—
«Pio cresce di partita in partita, acquista minuti, consapevolezza e sicurezza. Lo splendido gol di Tallinn ne è il manifesto, Bonny ha dimostrato il suo valore contro la Cremonese e credo sia favorito per partire titolare all’Olimpico: la sua abilità nello svariare può togliere riferimenti alla difesa della Roma. Pio diventerebbe un‘ottima arma in corso di partita. Accanto a loro, Lautaro è la solita garanzia: lo sa anche l’Argentina, che lo vede scalare posizioni tra i migliori bomber della storia dell’Albiceleste».
Imprevedibilità: chi è messo meglio?—
«Dico Roma. Pellegrini, Soulé e Dybala saranno le “armi” non convenzionali a disposizione di Gasperini. Dalla loro alchimia offensiva passerà la pericolosità dei giallorossi nell’ultimo terzo di campo interista».
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