voto
6.0

  • Band:
    LE CENERI
  • Durata: 00:39:00
  • Disponibile dal: 17/10/2025

Streaming non ancora disponibile

“Nessun Dogma” è il primo full-length del progetto italiano Le Ceneri, formazione da studio composta da tre membri dislocati tra Amburgo, Belluno e Trento. Dunque, una band che lavora esclusivamente da remoto e non suona dal vivo. Si tratta del terzo lavoro del gruppo, attivo dal 2018, cha ha già alle spalle un demo e un EP dal titolo “In Clausura”; tutto rigorosamente autoprodotto, come anche l’ultima fatica.
Passando al genere proposto, ci si muove in un territorio death metal di matrice moderna, fortemente improntato sulla melodia e con qualche digressione verso un black metal orecchiabile e un po’ asettico, anche a causa di una produzione leggermente artefatta e poco coinvolgente. Le parole d’ordine per catalogare “Nessun Dogma” sono due: ‘melodia’ da una parte e ‘cantato’ in italiano dall’altra.

Tutte le nove tracce del disco – dalla durata di quaranta minuti scarsi – sono caratterizzate da testi in italiano con riferimenti anche abbastanza ricercati, come il linguaggio dei sogni e dell’inconscio secondo la psicomagia di Alejandro Jodorowsky, la poetica di Cesare Pavese, il tema dell’eresia secondo Luther Blisset, le tradizioni folkloristiche sarde, la morte ecc. Insomma, tanta carne al fuoco a livello di temi trattati, se si è caccia di una certa raffinatezza nei testi, ma l’impianto compositivo non viene sempre sorretto da altrettanta classe per quanto riguarda la musica.
L’approccio dei brani convince solo in parte ed è un po’ monotono, con il cantato in italiano che non appare sempre centrato nell’alternare ottime parti gutturali particolarmente profonde ad altre più urlate e banali. Tra le due linee vocali, sicuramente quelle che scendono di tonalità riescono ad amalgamarsi meglio con le melodie dei riff, siano esse accelerazioni in tremolo o rallentamenti più o meno claustrofobici. Il punto di riferimento delle chitarre, sia come strutture sia come melodie, sono senza dubbio gruppi che fondono death e black metal come Behemoth (post-1998) ed Hate.
Il disco appare diviso in due parti, le prime quattro tracce più anonime ed elementari, a metà un intermezzo strumentale acustico e infine le ultime quattro canzoni che sono forse le migliori dell’album, essendo quelle più aggressive e maggiormente in stile Behemoth e Belphegor. La seconda parte è infatti la più estrema e incisiva, con un buon utilizzo del blast-beat, che, pur non raggiungendo mai il livello di pesantezza e velocità del maestro Zbigniew Robert Promiński (Inferno), fa comunque un buon lavoro di fondo in termini di dinamicità nell’accompagnare le chitarre.

In conclusione, se non siete allergici al cantato italiano e non disdegnate le copie più semplicistiche e ripetitive dei Behemoth, “Nessun Dogma” potrebbe rappresentare una buona mezz’ora abbondante di death/black metal melodico. Qualche idea interessante c’è, ma andrebbe sviluppata con maggiore razionalità e criterio.