di
Pierpaolo Lio
La 29enne Pamela Genini colpita a morte dal compagno Gianluca Soncin sul balcone. Lei grida: «Smettila, ho una famiglia», «Ti prego, ti prego, ti prego». Lui affonda il coltello nel collo di lei
Ore 21.22 di martedì. Pamela Genini è al telefono con F.D., un suo ex. Lei, 29 anni, è una modella e imprenditrice bergamasca che da qualche tempo vive a Milano. I due sono rimasti in contatto. Pamela si confida: gli dice di sentirsi sola dopo la recente fine della relazione con Gianluca Soncin, imprenditore 52enne (interrogato giovedì mattina a San Vittore: in questo articolo gli aggiornamenti) ma «era contenta di aver trovato il coraggio di lasciarlo». Non tornerà indietro. La chiamata s’interrompe però all’improvviso. «Aiuto, aiuto, aiuto». Per qualche minuto non risponderà più al telefono. Scriverà solo un paio di messaggini: «Ho paura, ha fatto doppione chiavi mie, è entrato, nn so che fare, chiama polizia», seguito da un disperato «per favore».
Ore 21.50: «Secondo piano, Glovo». Pamela sa che a suonare al suo citofono, in via Iglesias 33, zona Gorla, alla periferia nord, sono gli agenti delle Volanti intervenute dopo l’allarme lanciato da F.D., ma cerca di tenere Soncin tranquillo. Finge sia una consegna. Non basta. Quando i poliziotti varcano il cancello, la sentono gridare: «Mi sta accoltellando, aiuto».
Ore 21.50, e poco più. I cardini della porta al secondo piano cedono sotto i calci. Resta il catenaccio a tenerla su. Dallo spiraglio gli agenti vedono una sagoma a terra. È Pamela, in fin di vita, trafitta da 24 coltellate. Ha ferite profonde al collo, alla schiena, al torace, alle braccia, alle mani. Morirà alcuni minuti dopo. In piedi, davanti a lei, un uomo: è Soncin, che s’avvicina all’ingresso e richiude la porta. Che però si schianta sotto l’ennesimo colpo dei poliziotti. Lui allora indietreggia. S’accascia a terra. E s’appoggia al divano. Ha le braccia insanguinate, e un taglio sul collo. Il coltello con cui s’è accanito contro di lei è buttato a terra.
«La sta ammazzando»
In mezzo c’è mezz’ora di terrore. Un femminicidio che si svolge in diretta, sotto gli occhi degli altri condomini e dei residenti della via inermi, che assistono dalle finestre e dai balconi a una scena agghiacciante. Ore 21.45: dallo spioncino che scruta sullo stesso ballatoio, il vicino vede Pamela cercare di scappare da casa, ma lui «l’ha afferrata per i capelli e l’ha trascinata a forza dentro».
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Una manciata di minuti dopo, una donna che vive nel palazzo di fronte sente le urla di Pamela. S’affaccia. E sente i suoi strazianti tentativi di convincerlo a fermarsi: «Non lo farò più». «Ti amo». «Smettila, ho una famiglia».
Sopra, un altro vicino assiste all’omicidio, mentre la corsa degli agenti per le scale è scandita dalle grida del quartiere impotente: «L’ammazza, l’ammazza». L’uomo vede Pamela sul terrazzino. «Era inginocchiata». E Soncin «la colpiva con diversi schiaffi al volto». «Lasciala stare. Cosa stai facendo?», gli strilla. Il 52enne non si ferma, però. Lei grida: «Ti prego, ti prego, ti prego». Lui affonda il coltello nel collo di lei. Pamela stramazza al suolo.
Al momento dell’irruzione la 29enne è ancora viva. Respira in maniera sempre più affannosa. I soccorsi sono inutili. Muore alle 22.45. Soncin, intanto, è trasferito d’urgenza al Niguarda. Viene stabilizzato dai medici, e affidato poi alla polizia. Alla pm Alessia Menegazzo, che l’ha interrogato in ospedale, il 52enne ha detto di non ricordare. Sempre freddo e distaccato, come lo descrive anche chi negli ultimi tempi l’aveva incrociato per le scale, o per strada. «Era schivo, di poche parole». Al contrario di lei: «Solare, carina, molto per bene», spesso in giro insieme alla sua cagnolina Bianca.
Mesi di minacce
Imprenditore biellese, residente a Cervia, un figlio da una precedente relazione, il nome di Soncin spunta in un’inchiesta su una frode dei finanzieri di Ascoli di quindici anni fa. Era stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere. Vetture di lusso fatte arrivare dalla Germania e vendute a prezzo di saldo, con lo «sconto» dell’Iva: milioni di euro che non venivano versati. Un anno e mezzo fa un’amica gli aveva presentato Pamela. Si trasferiscono subito a casa di lui. «Non le permetteva di vedere le amiche, né di sentirle», racconta F.D. agli inquirenti. «Le faceva usare sostanze psicotrope». È l’inizio dell’incubo. Minacce, violenze. Che lei non avrebbe mai denunciato.
«Possessivo e violento»
F.D. ripercorre i racconti che lei gli ha fatto nel tempo. Estate 2024: viaggio all’Elba. Lui la tempesta di calci e pugni durante una lite, e «cerca di buttarla dal balcone». Settembre 2024: un’altra aggressione, questa volta durante una gita a Venezia. Lo scorso aprile lei vuole chiudere la relazione. Lascia Cervia. Lui l’avverte: «Se mi lasci t’ammazzo, e ammazzo tua madre». Pamela spaventata si sfoga con l’ex: «Non posso lasciarlo altrimenti m’ammazza». Tra loro è un tira e molla. Il 9 maggio, nella casa di Milano interviene la polizia per una lite. Gli episodi si moltiplicano. Ad agosto lui le punta una pistola alla pancia. Sabato scorso, durante una gita a Padova, lui minaccia di ucciderle il cane, la schiaffeggia. Dopo quel giorno, lei lo caccia di casa. Ma tempo prima lui avrebbe fatto copia delle chiavi: sono quelle che ha usato martedì.
«Emerge un quadro agghiacciante», scrive la pm Menegazzo, «un rapporto possessivo e violento». La magistrata ha disposto per il 52enne il fermo per omicidio volontario, aggravato da premeditazione, stalking, futili motivi e crudeltà, chiedendo per Soncin la custodia cautelare in carcere.
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16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 11:04)
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