L’arredamento è frutto di un processo lento, meditato, quasi artigianale. «Arredare casa per me è un processo lento, ci penso molto perché sono una persona indecisa», confessa. «Amo i materiali diversi: la pelle, la lana, la seta, il cromo… Mi piace che elementi differenti si incontrino e creino un insieme armonioso». L’armonia, qui, è il filo conduttore: una tavolozza di texture e riflessi, di oggetti scelti con cura più per il significato che per la loro funzione.

Consolle melek, Westwing Collection
L’appartamento a Berlino di Gina Stiebitz e la magia della luce
Gli specchi, disseminati negli ambienti, moltiplicano la luce e ampliano lo spazio. «Ne ho davvero tanti. Penso che portino molta luce e rendano gli spazi più ampi. Non è perché sono vanitosa, lo giuro! (ride) È che mi piace l’energia che danno, aprono tutto», dice Gina con ironia. Ogni stanza, aggiunge, «è completa quando ci sono tanti piccoli dettagli. Mi piace che ogni ambiente abbia una sua atmosfera, diversa dalle altre, ma che resti coerente con il resto della casa». Da qui nasce un ensemble di arredi, suggestioni, oggetti, tessuti e colori sfumati che tratteggiano il carattere dell’attrice.