Bologna, 16 ottobre 2025 – Avrebbe provocato e poi aggredito, senza motivo, un equipaggio della Croce Rossa,che in ambulanza, lungo i viali, stava andando a soccorrere un ferito.
Protagonista della vicenda, che ha dell’incredibile, il giocatore della Virtus Luca Vildoza, 30 anni, arrestato dalla polizia (e liberato dopo una notte ai domiciliari) assieme alla moglie, la pallavolista serba Milica Vildoza (i due si sono spostati a luglio dopo un lungo fidanzamento), 25 anni. Tutto sarebbe iniziato in via Calori, a pochi passi dal Paladozza, dove un’ambulanza si era fermata per digitare l’indirizzo di un intervento.
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In quel momento sarebbe sopraggiunta l’auto del giocatore che, innervosito dall’ostacolo sulla strada, avrebbe prima lampeggiato al mezzo di soccorso e poi insultato il personale a bordo. La vicenda, però, non si sarebbe conclusa così: infatti, il playmaker bianconero e l’equipaggio dell’ambulanza si sarebbero rincontrati lungo viale Silvani, all’angolo via Calori in direzione di Porta San Felice, dove il mezzo di soccorso aveva lampeggianti e sirene accese.
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Vildoza avrebbe quindi iniziato a ostacolare il mezzo di soccorso con frenate e manovre, finché il personale sanitario non si sarebbe fermato per chiedere le ragioni di un atteggiamento tanto ostile. Il giocatore, dopo aver urlato ai sanitari ‘colpevoli’ – a suo dire – di avere occupato la carreggiata e averlo ostacolato perché stavano “giocando col telefono” ha afferrato per il collo una degli operatori, una donna di 54 anni, aggredendola.
  
 
A quel punto i colleghi sono intervenuti per aiutarla e nel parapiglia si è “buttata” anche Milica Vildoza, la moglie del playmaker virtussino che vive anche lei a Bologna, che ha tirato i capelli e strattonato la sanitaria.
Il caos è stato notato da una gazzella dei carabinieri, che si è subito fermata. Intanto sul viale erano arrivati anche alcuni dirigenti Virtus e la polizia, chiamata dai sanitari.
Gli agenti hanno bloccato il giocatore e la moglie e li hanno portati in Questura, dove dopo gli accertamenti hanno trascorso una notte agli arresti domicialiari con l’accusa di lesioni a personale sanitario. La donna che fa parte dell’équipe sanitaria è andata al pronto soccorso per farsi visitare: è stata dimessa dopo alcuni accertamenti.
Vildoza ieri sera ha preso parte alla partita contro il Bayern Monaco, vinta dalla Virtus 77-73. Il play argentino ha messo a segno 8 punti e distribuito 3 assist nei 15 minuti in cui è stato impiegato.
Vildoza e la moglie liberi
Il cestista e sua moglie sarebbero dovuti comparire in tribunale questa mattina per la direttissima, ma il pm ha disposto la liberazione dei coniugi, che avevano passato la notte ai domiciliari in attesa della convalida, ex articolo 121. Per il difensore del cestista, l’avvocato Mattia Grassani, i fatti “non sarebbero quelli emersi in un primo momento, sulla base delle dichiarazioni degli operatori sanitari alla polizia”.
Vildoza parte con la squadra regolarmente per la Francia, dove venerdì sera giocherà contro l’Asvel Lione.
Aggressione a personale sanitario, la condanna dell’Ausl e della Croce Rossa di Bologna
Dura condanna dell’Ausl di Bologna per l’aggressione subita dagli operatori sanitari a pochi metri di distanza dal Paladozza, al termine della partita di Eurolega tra le V Nere contro il Monaco.
“E’ inaccettabile che ci siano ancora questi fenomeni – afferma la direttrice generale dell’azienda sanitaria, Anna Maria Petrini, a margine di una conferenza stampa nella sede del 118 –. E’ inaccettabile che i nostri professionisti sanitari, che lavorano per soccorrere, assistere e curare i cittadini, debbano subite aggressioni sia verbali sia fisiche. Da parte nostra c’è totale condanna. Approfondiremo il caso e faremo le dovute valutazioni”.
Sulla stessa linea Alessio Bertini, direttore della medicina d’urgenza dell’Ausl di Bologna: “Sono tanti i punti esposti al problema delle aggressioni – sottolinea –, ma l’emergenza-urgenza è l’ambito più carico di tensioni. Tutte queste emozioni, però, non dovrebbero mai impedire il riconoscimento dei ruoli. E’ inaccettabile che invece ci sia ancora qualcuno che non lo ricorda”, afferma Bertini.
Il Comitato di Bologna della Croce rossa italiana, con una nota ufficiale, “stigmatizza quanto accaduto” e si dice al “fianco dei propri volontari che hanno saputo gestire con professionalità, coraggio e spirito di servizio una situazione francamente al di fuori di ogni comprensione“. Un fatto a cui la Croce Rossa ribatte con l’hastag #nonsiamounbersaglio che “più di mille parole, dà il senso della missione che ha l’associazione: aiutare, rendersi disponibili, essere indipendenti e neutrali. E Croce Rossa fa questo nel mondo, dal 1864, con impegno e professionalità. Episodi come quello accaduto a Bologna la notte scorsa sono esecrabili, ma non faranno venir meno l’impegno delle donne e degli uomini di Croce rossa italiana a compiere al meglio il servizio che hanno deciso di offrire alla comunità”, si legge nella nota del Comitato. Che contiene anche la versione dei fatti della Cri, ovvero di “un’aggressione la notte scorsa ad un equipaggio di ambulanza impegnato in una missione di soccorso“.
