Tosh van der Sande non sarà in gruppo il prossimo anno. Dopo 14 anni fra i professionisti, l’esperto corridore della Visma | Lease a Bike appende la bici al chiodo al termine di una carriera iniziata con grandi speranza, visto il trionfo nella Liegi – Bastogne – Liegi U23, che gli era valso nel 2012 il passaggio fra professionisti con la allora Lotto Belisol. Rimasto nella struttura belga fino al 2021, nel tempo si è convertito in un prezioso gregario per il suo capitani, soprattutto nelle classiche vallonate, mentre in carriera raccoglie solo due successi, una tappa al Tour de l’Ain 2016 e una al Giro di Vallonia 2019, accompagnati da alcuni piazzamenti di rilievo come il secondo posto alla Parigi-Tours 2015, due secondi posti nella classifica del Giro di Vallonia, due podi di tappa alla Vuelta a España e tanto altro.
Corridore resistente e abbastanza veloce, nel 2022 passa poi alla Jumbo – Visma, con la quale ha corso dunque per quattro stagioni, sempre al pieno servizio dei suoi capitani, tanto da non essere mai entrato nei primi dieci di una corsa in questi ultimi anni, né partecipando più ad alcun grande giro.
“Gli ultimi anni non sono stati facili, né fisicamente né mentalmente, ma ho dato tutto me stesso per ritrovare la gioia e la passione che mi hanno fatto innamorare di questo sport. E ci sono riuscito – scrive sui social il classe 1990 – Ma ora il mio corpo mi ha fatto capire che è ora di smettere. Tuttavia, posso solo guardare indietro con immenso orgoglio a 14 anni indimenticabili trascorsi gareggiando ai massimi livelli. Ho gareggiato contro e al fianco dei migliori piloti del mondo. Ho vissuto il mio sogno e sono profondamente grato per ogni momento”.
Salutando “compagni di squadra, staff e tutti coloro con cui ha lavorato” con la speranza che possano “ripensare al tempo trascorso insieme con lo stesso sorriso”, il 34enne fiammingo saluta un con “un ultimo messaggio alla prossima generazione di ciclisti: vivete per il vostro sport, ma non dimenticate di vivere anche al di là di esso. Non perdetevi nei numeri, nei watt o nel computerino. Il ciclismo non è solo una questione di dati, ma di istinto, coraggio e amore per la pedalata”.
