“Non ci siamo mai accorti di nulla, quando la vedevamo si mostrava felice, se l’avessimo saputo l’avremmo aiutata, l’abbiamo vista lunedì, ha trascorso la giornata con la sua famiglia, col padre, la madre, i fratelli, era tranquillissima”. Così, ai microfoni di Ore 14 in onda su Rai 2 durante il programma condotto da Milo Infante, il compagno della madre di Pamela Genini ha raccontato l’ultima giornata della 29enne uccisa a Milano, martedì sera, dal fidanzato Gianluca Soncin, 52 anni.
Lei lo avrebbe voluto lasciare e si era confidata con l’ex fidanzato che ha dato l’allarme martedì, facendo accorrere la polizia nell’appartamento del condominio di via Iglesias.
Il compagno della madre: “Mai visto un graffio”
“Mai visto un graffio o un segno di violenza – ha detto l’uomo -, lei ci raccontava che andava tutto bene, tutto rose e fiori, ci parlava dei suoi viaggi, del suo lavoro, era bellissima, di cuore, una grande imprenditrice. Ci aveva accennato che aveva un compagno ma non l’abbiamo mai conosciuto, era riservatissima, dovevamo tirarle fuori le cose a forza con le tenaglie”.
“L’ultima volta l’abbiamo vista lunedì scorso – conclude l’uomo -, ha trascorso con noi tutta la giornata, con i genitori e i fratelli, col suo cagnolino. Era serenissima. Mi auguro che quell’uomo abbia la giustizia che si merita e faremo di tutto per ottenerlo”.
Il femminicidio e le 24 coltellate
Il delitto è avvenuto nella serata di martedì 14 ottobre a Milano, in via Iglesias, nell’appartamento di Pamela Genini. La donna aveva deciso di troncare la relazione con Gianluca Soncin e aveva ricevuto minacce per questo. Martedì sera era al telefono con un suo ex fidanzato, F.D., con cui era rimasta in buoni rapporti di amicizia, quando Soncin è entrato nell’appartamento: aveva eseguito di nascosto una copia delle chiavi. L’ex fidanzato l’ha sentita gridare “aiuto, aiuto” al telefono, poi la linea è caduta. Poco dopo lei gli ha inviato un messaggio chiedendogli di chiamare la polizia.
Gli agenti sono arrivati in via Iglesias quando Pamela Genini, già aggredita, era ancora viva. Tanto da rispondere al citofono, dicendo “Glovo, secondo piano” per non insospettire il suo ex. Ma, quando i poliziotti hanno sfondato la porta, la donna era morta, uccisa da 24 coltellate sferrate anche sul balcone dell’appartamento (i vicini avevano assistito alla scena). Soncin era ferito: si era procurato un taglio nel tentativo, probabilmente, di togliersi la vita.