Ultim’ora news 16 ottobre ore 20
Dall’esperienza di vita alle pagine scritte. Sarebbe quasi pronto il libro di memorie del costruttore Manfredi Catella, finito nell’inchiesta sull’urbanistica a Milano. Il ceo e fondatore di Coima aveva annunciato di lavorare ad un volume sulla sua esperienza e, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, questa pubblicazione starebbe per vedere la luce.
Il libro di memorie di Manfredi Catella
Nulla di specifico sul caso, perché ancora oggetto di un’inchiesta a Milano, che ha visto coinvolti amministrazione comunale e molti altri soggetti, ma una riflessione profonda sull’esperienza che ha vissuto l’imprenditore, prima finito agli arresti domiciliari e poi rimesso in libertà dal Tribunale del riesame.
Catella, che ha sempre negato ogni addebito e ha mostrato una grande tranquillità d’animo in tutte le sue uscite pubbliche dopo lo scoppio del caso, ha maturato l’intenzione di scrivere durante i giorni agli arresti domiciliari. Il libro conterrebbe un racconto con un’angolazione personale del ruolo dell’imprenditore e sulle sfide che a volte la vita gli pone.
L’esperienza personale e la genesi del volume
Una riflessione nata dalla lettura delle migliaia di pagine d’inchiesta che lo riguardano: questa sarebbe l’impalcatura dello scritto. Con rispetto per il sistema giudiziario, verso cui Catella nutre totale fiducia, come ha raccontato a chi gli ha potuto parlare e come ha sempre dichiarato, l’imprenditore ha voluto mettere nero su bianco una sorta di master in diritto, una prova che non pensava di dover affrontare ma che alla fine ha arricchito le sue conoscenze.
Il Tribunale del Riesame, contro cui hanno fatto ricorso i pm, qualche settimana fa aveva giudicato non fondati i gravi indizi della corruzione a carico del fondatore di Coima, optando per la cancellazione delle misure cautelari.
Per il Riesame nelle chat di Catella a proposito delle accuse nel caso della inchiesta urbanistica, non c’è «alcun riferimento all’esistenza di un patto corruttivo, né si palesa alcuna sollecitazione da parte dei privati affinché Scandurra si adoperasse positivamente coltivando adeguatamente il loro interesse». I pm, invece, ritengono esista una «corruzione sistemica e ambientale» e che questa sia emersa nel corso delle indagini. (riproduzione riservata)