La donna, affetta da sclerosi multipla e paralizzata dal collo in giù, potrebbe riuscire a somministrarsi da sola il farmaco grazie a un dispositivo apposito. Lo rende noto l’Associazione Coscioni. Per Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione , la “decisione del Tribunale di Firenze rappresenta un passo di civiltà e di coerenza giuridica”

Libera, affetta da sclerosi multipla che l’ha paralizzata dal collo in giù, potrebbe riuscire a somministrarsi da sola il farmaco per il suicidio assistito. A renderlo noto è l’associazione Coscioni che ha fatto sapere che è stato trovato un dispositivo che consentirebbe alla donna di autosomministrarsi il farmaco letale a cui ha avuto accesso. Ieri, il giudice di Firenze a cui la donna si era rivolta, ha ordinato all’Asl Toscana Nord Ovest di fornire entro 15 giorni la strumentazione, verificandone funzionalità e compatibilità, attraverso una pompa infusionale attivabile con sensore di comando o puntatore oculare o altro modo e di rendere disponibili farmaci e dispositivi al medico che assisterà Libera nella procedura.

Trovato un dispositivo

La donna, 55 anni, toscana, lo scorso lunedì aveva chiesto l’aiuto di un medico per procedere al suicidio assistito. Stando al parere dei tecnici di ministero della Salute, Iss e Consiglio superiore di sanità, infatti, non risultavano esistere dispositivi per permetterle l’autosomministrazione del farmaco letale. Due giorni fa, però, come riferito dall’associazione Coscioni, l’Estar, Ente di supporto tecnico-amministrativo regionale toscano tramite l’Asl “ha comunicato di aver concluso un’indagine di mercato” da cui “è emersa la disponibilità di una ditta a fornire un comunicatore con puntamento oculare in grado di attivare pompe infusionali” e che “sono attualmente in corso gli approfondimenti tecnici e giuridici” per verificare la conformità del prodotto alla normativa nazionale e regionale sui dispositivi medici. 

Dispositivo a disposizione in tempi brevi

Il collegio legale di Libera, coordinato da Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Coscioni, ha accolto favorevolmente questa possibilità, chiedendo che la messa a disposizione avvenisse in tempi brevi, in considerazione dell’intollerabilità delle sofferenze della donna. L’Asl ha manifestato massima disponibilità a tale scopo, mentre “l’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del ministero della Salute, – hanno spiegato dall’associazione – ha evidenziato che la competenza operativa in materia spetta al Servizio sanitario regionale, e non allo Stato, contraddicendosi palesemente anche con il ricorso presentato contro la legge regionale toscana 16/2025, nel quale il Governo contesta proprio la competenza regionale”. Il giudice ha riconosciuto “il pieno diritto di Libera all’autodeterminazione terapeutica, stabilendo che spetta al Ssn assicurare la concreta possibilità di esercitare tale diritto, rimuovendo gli ostacoli materiali e burocratici che ne impediscono l’attuazione” e ha evidenziato l’urgenza, “fissando un termine perentorio di 15 giorni ‘in considerazione delle condizioni cliniche della paziente e della situazione di intollerabile sofferenza’”. 

Gallo: “Pronuncia che tutela la dignità umana”

Per Filomena Gallo “la decisione del Tribunale di Firenze rappresenta un passo di civiltà e di coerenza giuridica. Il giudice ha riaffermato che il diritto all’autodeterminazione nelle scelte di fine vita non può restare solo teorico, ma deve essere reso effettivo attraverso il dovere dello Stato e del Servizio sanitario di garantire tutti i mezzi necessari. È una pronuncia che tutela la dignità umana e rafforza lo Stato di diritto, insieme alla possibilità di concreta applicazione della sentenza” della Consulta Cappato-Dj Fabo. “Va ora fermata la legge proposta dal Governo che mira a cancellare i diritti esistenti”.

TAG: