Aprite quelle ali! Si parla delle monoposto che vedremo in pista la prossima stagione, progetti inediti che tra le varie novità introdurranno il sistema ‘Straight Line Mode’ (SLM), ovvero l’evoluzione del sistema DRS che servirà per diminuire il drag in rettilineo aiutando le monoposto a raggiungere velocità più elevate. Il tutto a vantaggio della ricarica della corposa batteria delle nuove power unit, ovvero la problematica principale del nuovo regolamento tecnico. A differenza del DRS, il sistema SLM sarà utilizzato in zone specifiche delle piste senza altri vincoli. Se su un circuito la FIA definirà quattro zone SLM, ogni pilota potrà utilizzare l’aerodinamica attiva anche senza essere in prossimità di un avversario.
Come cambiano le ali con l’aerodinamica attiva nel 2026
Foto di: Gianluca D’Alessandro
Nel definire gli ultimi dettagli del regolamento 2026, c’è stata una discussione tra i vertici della Federazione Internazionale ed i rappresentanti delle squadre. La FIA, seguendo la filosofia utilizzata oggi con il sistema DRS, ha proposto di inserire nel regolamento una gestione simile del SLM, ovvero la sua attivazione in caso di bandiera verde ed il blocco in caso di bandiere gialle, safety car e virtual safety car. Quella che inizialmente sembrava una prassi si è protratta in un lungo confronto con i rappresentanti dei team, compatti nel chiedere l’utilizzo dello Straight Line Mode a prescindere dei regimi della pista.
Le squadre hanno chiesto (ed ottenuto) di poter aprire l’ala posteriore ed anteriore in ogni condizione di pista asciutta, ed il motivo è stato chiarito dagli stessi team. Le monoposto 2026 sono nate sul concetto di aerodinamica attiva, inizialmente c’era anche stata la proposta di lasciare totalmente in mano al pilota la gestione dell’apertura delle ali, idea poi bocciata dalla FIA per motivi di sicurezza. L’altezza da terra (parametro importantissimo per la performance di una monoposto) è stata calcolata con il sistema SLM attivo, ovvero le macchine in rettilineo saranno assettate per essere alla giusta altezza con un valore minore di carico aerodinamico garantito dello Straight Line Mode.
Bloccare il sistema rappresenta un grosso rischio, anche ad andatura meno performante, poiché il maggiore carico ‘schiaccerebbe’ la monoposto verso l’asfalto, con il rischio di andare a compromettere l’usura del fondo e del plank. È stato citato anche l’esempio di un pilota che nella fase di safety car ‘ending’ è chiamato a sdoppiarsi, scenario in cui dovrà percorrere un giro a ritmo sostenuto con ali chiuse. Secondo i team il rischio di danneggiare il fondo sarebbe troppo elevato.
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari, nei test Pirelli al Mugello
Foto di: Pirelli
Ma l’aspetto che ad un primo approccio ha sorpreso maggiormente è che le squadre abbiano chiesto di poter mantenere in funzione il sistema SLM anche in caso di pioggia. La proposta è stata discussa, ma da quello che si è appreso nel paddock di Austin non si è ancora arrivati ad una decisione definitiva.
Secondo le informazioni raccolte da Motorsport.com il compromesso che verrà proposto prevede che in caso di pista bagnata l’ala posteriore dovrà essere chiusa, mentre l’anteriore potrà restare aperta al 50% della sua misura ordinaria su pista asciutta.
Sul bagnato il pericolo maggiore è rappresentato dall’acquaplaning. Per quanto il passo con le gomme intermedie e full-wet sia meno performante rispetto alle slick, con ali chiuse le monoposto svilupperebbero comunque un carico sufficiente ad avvicinare al suolo la vettura in modo significativo, incrementando i rischi di perdere il controllo.
Secondo qualche direttore tecnico anche questa soluzione comporterà delle sfide da affrontare. Diminuire il carico solo sull’asse anteriore determinerà un gap di dowforce tra le gomme posteriori ed anteriori, con quest’ultime esposte al rischio di un calo di temperatura.
Un’incognita che i team sembrano disposti ad affrontare, visto che tutti sembrano concordi nell’utilizzo del sistema SLM (anche parziale) in condizioni di pioggia. Tra il rischio di avvicinarsi all’asfalto e la necessità di dover gestire un calo di temperature delle gomme anteriori, la seconda problematica è ritenuta più gestibile.
C’è un’altra curiosità, che riguarda lo scenario in cui le condizioni ambientali mutino durante la gara. Il passaggio da slick a wet (o viceversa) comporterebbe la necessità di dover regolare l’apertura dell’ala anteriore (dal 100 al 50% o al contrario) operazione che richiede un intervento manuale. La proposta è che possa essere effettuata in pitlane nel momento in cui il pilota cambia la tipologia di pneumatici.
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