Da tempo il detentore dei diritti sta pensando di dare una scossa alle categorie più piccole, con il chiaro intento di ridurre i costi per i team, molti dei quali faticano a far fronte alle spese di una stagione che si allunga di anno in anno.

Questo spiega la rivoluzione che si sta preparando da tempo nella Moto3 e che culminerà nel 2027, quando i prototipi di oggi saranno abbandonati in favore delle nuove moto, sulla carta molto più semplici.

Attualmente, le unità sono alimentate da motori monocilindrici da 250 cc di KTM o Honda, con un prezzo massimo regolamentare di 60.000 euro – che comprende sei motori. Il limite per il telaio è di 85.000 euro. Si tratta di un prezzo troppo alto che, data la nuova natura delle moto, dovrebbe scendere notevolmente.

Sebbene ci fossero diversi candidati in lizza per il ruolo di fornitore unico, Motorsport.com ha appreso che la Dorna ha deciso di privilegiare il progetto offerto dalla Yamaha, e lo ha già reso noto agli altri contendenti. L’accordo è solido e dovrebbe essere finalizzato nel prossimo futuro.

A grandi linee, questo percorso è caratterizzato dal nuovo motore bicilindrico da 700 cc, che subirà una serie di modifiche che lo renderanno diverso dalla R7, con la quale il marchio dei diapason ha già accumulato una certa esperienza.

A quanto risulta a Motorsport.com, Yamaha sarà responsabile anche del telaio, circostanza che conterrà ulteriormente il prezzo finale. In questo modo si cercherà di replicare la formula utilizzata in Moto2, dove Triumph è, dal 2019 al 2029, l’unico fornitore di motori, con la specifica tre cilindri da 765 cc della Street Triple, anche se modificata per le corse.

Questa alternativa presentata da Yamaha consentirà di ridurre i budget in due modi. In primo luogo, perché i componenti utilizzati saranno più economici di quelli attuali. E, ovviamente, perché qualsiasi competizione monomarca elimina la concorrenza tra i costruttori e la necessità di investire per avere la meglio sui rivali.

In ogni caso, colpisce l’aumento radicale della cilindrata delle moto più piccole del Mondiale, che ridurrà notevolmente il divario tra Moto3 e Moto2. Una possibile interpretazione di questo percorso è l’intenzione di attirare i piloti nordamericani, che hanno molta più familiarità con le moto “grandi”.

Una volta ufficializzato, questo cambiamento segnerà la fine dell’era della Moto3 come è stata conosciuta finora, iniziata nel 2012, quando ha sostituito la popolare 125cc.

Questo cambiamento, che entrerà in vigore nel 2028, avverrà un anno dopo la modifica del regolamento tecnico della MotoGP (2027) e sarà dovuto principalmente a due fattori: la riduzione degli aiuti e degli elementi aerodinamici e la riduzione del propulsore dagli attuali 1000cc a 850cc.

Ciò significa che, in termini di cilindrata, il margine tra Moto3 e MotoGP sarà di soli 150 cc, anche se investimenti e sviluppo non avranno nulla a che vedere.

Leggi anche:

Vogliamo la vostra opinione!

Cosa vorresti vedere su Motorsport.com?

Partecipate al nostro sondaggio di 5 minuti.

– Il team di Motorsport.com