In Manovra un’agevolazione fiscale per i dipendenti pubblici: anche per loro arriverà la tassa piatta al 10% su una quota dei premi di risultato legati alla produttività e alla performance
Premi di produttività detassati anche nella Pa. Questa la novità che potrebbe essere inserita nella Manovra 2026 sulla base del Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles. Nel testo si fa riferimento a un’agevolazione fiscale per i dipendenti pubblici: anche per loro arriverà la tassa piatta al 10% su una quota dei premi di risultato legati alla produttività e alla performance. Una possibilità finora prevista solo per i lavoratori del settore privato. La misura, in via sperimentale, mira a ridurre il divario retributivo tra pubblico e privato aumentando l’attrattività della Pubblica amministrazione. Il beneficio dovrebbe applicarsi a redditi fino a circa 70 mila euro lordi e coinvolgerebbe circa 2,6 milioni di lavoratori.
Il meccanismo oggi
Ma come sono tassati oggi i premi di produzione nella Pa? Attualmente, nella Pubblica amministrazione i premi di produttività (parte variabile dello stipendio legata a risultati o obiettivi) sono tassati come reddito ordinario da lavoro dipendente, quindi con aliquote Irpef progressive (dal 23% al 43%), senza alcuna agevolazione. Con la nuova misura proposta nel Dpb 2025, una quota di questi premi potrà invece essere tassata con una flat tax al 10%. Ciò significa che, ad esempio, se un dipendente pubblico riceve un premio di 2.000 euro legato a una performance certificata, su parte di quella cifra pagherebbe solo il 10% di imposta, invece delle normali aliquote Irpef. La misura sarà sperimentale (per un anno) e riguarderà solo i premi collegati a risultati misurabili o contrattati.
Tagli e aumenti
In legge di bilancio diverse poi le novità che interessano il comparto pubblico con tagli previsti per i ministeri, che dovranno contribuire con 8 miliardi di euro di risparmi nei prossimi tre anni. Solo per il 2026, i tagli ammonteranno a 2,3 miliardi. Nella sforbiciata saranno coinvolti quasi tutti i dicasteri, con tagli di spesa per contribuire al contenimento del deficit pubblico ed è anche allo studio un aumento delle sigarette fino a 1,5 euro a pacchetto nei prossimi tre anni. L’esecutivo non intende invece toccare i fondi per le università e borse di studio: verranno preservati i finanziamenti ordinari per gli atenei e per il diritto allo studio.
17 ottobre 2025 ( modifica il 17 ottobre 2025 | 13:11)
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