Ferrari ha deciso di ridurre il numero di vetture esportate nel Regno Unito in seguito ai recenti cambiamenti fiscali che hanno spinto molti clienti facoltosi a trasferirsi all’estero. La casa automobilistica italiana ha scelto questa strategia per evitare un eccessivo calo del valore residuo delle proprie auto sul mercato britannico, mantenendo stabile il prezzo nel tempo. Secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato Benedetto Vigna, la decisione di limitare le consegne è stata presa circa sei mesi fa. “Abbiamo registrato una stabilizzazione delle vendite dopo la riduzione del numero di veicoli destinati al Regno Unito”, ha spiegato il dirigente, aggiungendo che alcuni clienti “stanno lasciando il Paese per motivi fiscali”.
Le nuove regole fiscali nel Regno Unito
La scelta di Ferrari arriva dopo la decisione del governo britannico di abolire, da aprile 2025, il regime fiscale agevolato per i cosiddetti non-domiciled residents (o non-dom). Si tratta di persone che vivono nel Regno Unito ma dichiarano la propria residenza fiscale in un altro Paese, evitando così di pagare tasse su redditi e patrimoni esteri. La cancellazione di questo status ha colpito in particolare gli individui con grandi ricchezze e patrimoni internazionali.
Oltre alla fine del regime dei non-dom, il governo ha introdotto ulteriori imposte destinate ai contribuenti più abbienti, tra cui l’aumento delle aliquote su capital gain e rendite immobiliari. Per il governo si tratta di misure necessarie per una maggiore equità fiscale e le voci su una fuga di ricchi dal Regno Unito sarebbero soltanto “allarmismi”. Però per aziende come Ferrari, che si rivolgono proprio a questa fascia di clientela, gli effetti si sono già fatti sentire.
Gli effetti sul mercato
Il mercato automobilistico di lusso britannico è sensibile alle fluttuazioni fiscali, poiché gran parte delle auto di alta gamma viene acquistata attraverso formule di leasing o finanziamento. In questi casi, il prezzo del contratto dipende dal valore residuo del veicolo, cioè da quanto si prevede varrà una volta terminato il leasing. Se il valore residuo scende, aumentano le rate mensili e le auto diventano meno convenienti da noleggiare. Per questo Ferrari ha scelto di contenere le esportazioni, riducendo il numero di vetture disponibili per mantenere stabile la domanda e i prezzi dell’usato.
Secondo i dati del portale AutoTrader, nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2025, il valore residuo del Ferrari Purosangue — il SUV del marchio di Maranello — è diminuito del 12,2%, mentre quello della SF90 Stradale ha perso il 6,6%. La situazione, tuttavia, sembra essersi stabilizzata negli ultimi mesi, anche grazie al ridimensionamento dell’offerta.
I nuovi prezzi
Tra i modelli più richiesti figura la Ferrari 296 GTB, presentata nel 2022, con un prezzo di listino di circa 298.000 euro per la versione nuova. Sul mercato dell’usato, la stessa vettura si trova oggi intorno ai 220.000 euro, una differenza significativa ma in linea con la fisiologica svalutazione dei veicoli di lusso nei primi anni.
Il SUV Purosangue, invece, mantiene un valore più alto rispetto alla media di categoria, con quotazioni che restano superiori ai 400.000 euro nonostante la flessione iniziale. Anche la SF90 Stradale, con un prezzo di partenza di circa 450.000 euro, continua a rappresentare un punto di riferimento per le prestazioni e l’esclusività del marchio.