«I bambini non iniziano le guerre e non hanno il potere di porvi fine». Catherine Russell, direttrice generale di Unicef, l’agenzia Onu per l’infanzia, nei giorni scorsi ha incontrato papa Leone XIV e in questa intervista confessa cosa teme di più.

Cominciamo dai conflitti. Che ricadute stanno avendo?

La guerra si accanisce sull’infanzia. I bambini vengono uccisi o rimangono feriti, assistono alla violenza subita dalla loro famiglia e dai loro amici, vengono sfollati e perdono l’accesso a servizi essenziali, come l’istruzione e l’assistenza sanitaria. Più di un bambino su 6 nel mondo vive oggi in aree colpite da conflitti. In troppi luoghi, tra cui Gaza, Haiti, Sudan e Ucraina, rischiano di pagare con il loro futuro.

Qual è il bisogno principale?

Siamo impegnati a raggiungere milioni di bambini coinvolti nei conflitti per fornire loro gli aiuti salvavita. Ma ciò di cui hanno più bisogno è la pace. Perciò la firma di un cessate il fuoco a Gaza porta una speranza tanto necessaria e attesa per i bambini che così tanto hanno sofferto.

Con Papa Leone XIV cosa vi siete detti?

È stato un grande onore, il Papa ha una voce potente nel diffondere il messaggio di pace e la necessità di proteggere i bambini. Chiede di sottrarre loro e le loro famiglie alla povertà, fornire istruzione e prendersi cura del pianeta per i bambini di oggi e del futuro. Sono temi chiave del lavoro di Unicef. Oggi, circa 1 bambino su 5 vive in condizioni di estrema povertà e milioni di bambini non frequentano la scuola. Il nostro incontro mi ha dato l’opportunità di ringraziare papa Leone XIV per la leadership della Chiesa nell’istruzione e nell’affrontare la crisi del debito, sempre più grave, che sta distogliendo le risorse interne di tanti Paesi. Il Papa è un importante sostenitore dei diritti di ogni bambino, ovunque. E il mondo farebbe bene ad ascoltarlo.

Intanto molti governi tagliano i fondi per la cooperazione. Con quale impatto?

Milioni di bambini sono vivi oggi grazie a decenni di impegni globali per garantire l’accesso a servizi di base, come l’assistenza sanitaria, le vaccinazioni, l’alimentazione, l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari. Dal 2000, i tassi di mortalità globale dei piccoli sotto i 5 anni sono diminuiti del 50%. Ma i drastici e improvvisi tagli ai finanziamenti globali stanno mettendo a rischio risultati ottenuti con fatica.

Avete fatto delle previsioni?

Secondo la rivista Lancet, queste decisioni potranno causare 4,5 milioni di morti infantili in più entro il 2030. Facciamo appello ai governi e ai donatori privati affinché sostengano i bimbi: il miglior investimento per il futuro.

Qual è la principale tra le emergenze oscurate dai media?

Il Sudan è oggi la più grande crisi di sfollamento di bambini al mondo. Un incubo per i più piccoli e non sta ricevendo l’attenzione che merita. Il conflitto dura ormai da due anni e i bisogni sono enormi. Più di 15 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria. In almeno cinque località del Sudan si sta verificando una carestia causata dall’uomo. A El Fasher, una città sotto assedio, i bambini muoiono di fame, malattie e violenza. E sono tagliati fuori dai servizi che potrebbero salvar loro la vita. Durante il conflitto, molti bambini sono rimasti feriti, sono diventati orfani o sono stati separati dai loro genitori, mentre innumerevoli altri hanno assistito a violenze indicibili. Milioni di bambini non vanno a scuola.

Voi cosa potete fare?

L’Unicef è sul campo e sta facendo tutto il possibile per fornire aiuti salvavita. Ma l’entità dei bisogni è impressionante. Chiediamo maggiori finanziamenti e pieno accesso per sostenere i bambini in tutto il Sudan. Ma soprattutto, i bambini hanno bisogno di pace.

E il cambiamento climatico che impatto ha sull’infanzia?

Si stima che attualmente un miliardo di bambini viva in Paesi ad altissimo rischio. La salute e lo sviluppo del cervello, dei polmoni, del sistema immunitario e di altre funzioni essenziali sono influenzati dall’ambiente in cui si vive. Le ondate di caldo sono particolarmente dannose per i bambini perché meno in grado di regolare la temperatura corporea rispetto agli adulti. E poi tempeste sempre più frequenti e violente, cicli di inondazioni e siccità, stanno distruggendo case, scuole, ospedali e i raccolti. L’Unicef sta per mitigare l’impatto. Le azioni che intraprendiamo oggi plasmeranno il mondo che i bambini erediteranno.