di
Guido Santevecchi

Tra i purgati il più alto in grado è He Weidong, numero 3 della Commissione militare centrale del Partito, che ora è ridotta a quattro membri

L’esercito cinese non combatte da decenni, ma i suoi generali continuano a cadere, vittime della purga senza fine diretta da Xi Jinping contro i corrotti.

Venerdì 17 ottobre, il ministero della Difesa di Pechino ha annunciato l’espulsione di nove alti gradi delle forze armate che «si celavano tra i ranghi militari minando la purezza dell’istituzione». La loro rimozione, secondo il comunicato, dimostra che «non c’è spazio per chi si macchia di corruzione».



















































Sono nomi eccellenti quelli che compaiono nell’elenco del disonore. Il più importante è He Weidong, che era uno dei due vicepresidenti della Commissione militare centrale, l’organo del Partito comunista che controlla l’Esercito popolare di liberazione. La Commissione, presieduta da Xi Jinping, era stata nominata dal Ventesimo Congresso del Partito nell’ottobre 2022 e si componeva all’inizio di sei membri oltre a Xi. Due di questi personaggi erano già caduti in disgrazia: il ministro della Difesa Li Shangfu nell’estate del 2023 e l’ammiraglio Miao Hua, sospeso nel novembre 2024 e oggi formalmente espulso. Con l’epurazione di He Weidong ne restano quattro.

He Weidong era scomparso dalla scena a marzo, inseguito da voci su un’inchiesta disciplinare. La conferma della sua fine politica è arrivata ora, non a caso alla vigilia del Quarto Plenum del Comitato centrale comunista che si terrà da lunedì 20 ottobre al 23: il Partito avrà così la possibilità di promuovere nuovi ufficiali in posti chiave. Il generale He era anche uno dei 24 membri del Politburo, una scelta fatta da Xi nel 2022.
  
Sono nomi pesanti anche quelli degli altri otto purgati di questa tornata: tra loro spicca il generale Lin Xiangyang, che comandava il Teatro orientale, punta di lancia in un’eventuale azione contro Taiwan; e poi Qin Shutong e Yuan Huazi, rispettivamente commissario politico dell’Esercito di terra e della Marina da guerra. Rimosso anche il comandante delle Forze missilistiche, Wang Houbin, e quello della Polizia militare, Wang Chunning.
La Difesa, nel comunicato sul suo sito, sostiene che gli ufficiali sono accusati di «gravi reati che hanno implicato una grande quantità di denaro, con conseguenze estremamente dannose» per l’operatività delle forze armate.

Gli analisti mettono in risalto tre elementi di questa nuova ondata di decimazioni:

1) Il Comando del Teatro orientale e le Forze missilistiche dovrebbero essere il perno di un’operazione di guerra contro Taiwan e decapitando il loro vertice Xi segnala di non voler dare nell’immediato futuro quell’ordine cruciale di mobilitazione contro l’isola.

2) L’ammiraglio Miao era il capo dei commissari politici e i generali Qin e Yuan erano i commissari di Esercito e Marina: in Cina vige ancora la regola dettata da Mao Zedong secondo cui «È il Partito che comanda il fucile», ma se i responsabili comunisti delle forze armate si occupano di ruberie su vasta scala, l’affidabilità ideologica ed operativa della struttura evidentemente è in dubbio.

3) Xi ha dichiarato guerra alla corruzione appena salito al potere supremo, nel 2012. Nel 2017 la Xinhua scrisse: «Dal 2012, sotto la guida del compagno Xi, oltre 100 alti ufficiali sono stati arrestati: un numero superiore a quello dei generali caduti sul campo di battaglia durante le guerre rivoluzionarie». Si può anche presumere che quei militari corrotti o inaffidabili politicamente fossero «l’eredità» passata a Xi dal suo predecessore. Ma ora il nuovo comandante supremo ha avuto tutto il tempo per riformare la elefantiaca macchina militare: eppure gli ultimi due ministri della Difesa hanno tradito la sua fiducia e sono stati incriminati. Ed era stato Xi a scegliere He Weidong nel 2022: questo prova che la corruzione nell’Esercito popolare di liberazione è radicata, resiste ai tentativi di estirparla

Si dice che il sistema sia così diffuso che il soldato semplice paga per diventare sergente e così via risalendo la catena di comando, fino al colonnello che vuole il grado di generale senza averne la capacità. Negli anni scorsi sono state scoperte le malversazioni degli ufficiali addetti all’equipaggiamento bellico, si è saputo che anche per i missili sono stati utilizzati materiali scadenti, per lucrare sulle commesse. Un male oscuro che era stato denunciato anche dal generale He Weidong, quando nel 2024 aveva detto al «Quotidiano dell’Esercito popolare di liberazione»: «Bisogna reprimere le false capacità di combattimento».

17 ottobre 2025