GALLIPOLI – Le flebili speranze si sono ormai esaurite. Tra dolore e angoscia, dopo due giorni di agonia e di lotta tra la vita e la morte, il piccolo Andrea, il bambino di 7 anni che domenica mattina ha rischiato l’annegamento nella piscina del parco acquatico alle porte di Rivabella, non ce l’ha fatta.

Intorno alle 21,30, al termine delle sei ore legate al periodo di osservazione dopo l’accertamento della morte cerebrale decretata dai medici del reparto di Anestesia e rianimazione dell’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli e confermata anche dalla questura di Lecce, non ci sono stati purtroppo segnali di alcuna ripresa e al primario dell’unità operativa, Giancarlo Negro, il doloroso compito di attestare il decesso clinico del piccolo paziente.

In questi minuti la salma sarà trasferita nella sala mortuaria del nosocomio gallipolino a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Sul tragico incidente che ha portato alla morte del piccolo Andrea è stata infatti già aperta un’inchiesta da parte della procura di Lecce per chiarire ogni aspetto della vicenda. Il fascicolo inizialmente aperto contro ignoti, con l’ipotesi di lesioni gravissime, dovrebbe ora essere aggiornato trasformando il capo d’accusa in quello di omicidio colposo. Valutazioni che spetteranno ora ai magistrati.

In questi due lunghi giorni le funzioni vitali del piccolo sono state assicurate dal ricorso a farmaci e ai macchinari. Poco prima delle 15, con l’arrivo dell’equipe neurologica riveniente da Casarano, si è proceduto ad una nuova registrazione strumentale con l’elettroencefalogramma che purtroppo ha documento l’assenza di attività cerebrale. Si tratta di un’indagine per altro obbligatoria per legge per dichiarare la morte di un paziente con una lesione cerebrale irreversibile.

Trascorse le sei ore di osservazione, ora verrà certificato il decesso per il bimbo le cui condizioni sono apparse fin da subito molto gravi.

Il piccolo, originario di Depressa di Tricase e residente con la famiglia a La Spezia, è stato estratto dall’acqua privo di sensi ed è stato prontamente soccorso da un bagnino della struttura, che ha praticato le prime manovre di rianimazione esterna, e dagli operatori del 118 della postazione ospedaliera giunti sul posto insieme ad un auto medica riveniente da Casarano.

Dopo la prima stabilizzazione è stato quindi trasportato in codice rosso in ospedale, dove i medici rianimatori hanno eseguito, per circa mezz’ora, le manovre di rianimazione cardio-respiratoria che hanno consentito la ripresa dell’attività cardiaca. Le sue condizioni per due giorni sono rimaste critiche e al tempo stesso stabili.

E’ stato subito trasferito nella divisione di terapia intensiva del reparto di Rianimazione dove i medici hanno tentato di tutto per salvarlo, ma già al suo arrivo il quadro clinico si è presentato molto complesso e la situazione alquanto delicata. Sotto osservazione i danni cerebrali causati dalla prolungata assenza di ossigeno. 

E intanto sono andate avanti anche le indagini, affidate agli agenti del commissariato di Gallipoli che hanno già ascoltato diverse persone, compresi i genitori, per capire come sia potuto accadere che il bambino, che inizialmente si sarebbe trovato in una piscina con una profondità molto bassa, e che è stato visto saltare nell’acqua con altri bimbi, e si sarebbe poi spostato, in solitudine, nella parte della vasca molto più profonda. E lì sarebbe avvenuto l’annegamento. Ad accorgersi e a dare l’allarme il padre di Andrea, che ha visto per primo il corpo del figlio galleggiare a pancia in giù e a pelo d’acqua nella piscina.

Subito quindi i primi soccorsi da parte dei bagnini e del personale del parco acquatico e poi l’arrivo dell’ambulanza e i primi tentativi di stabilizzazione, prima della corsa in ospedale. Poi, a due giorni dal tragico incidente, la notizia che non avremmo mai voluto scrivere.

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