Un nuovo progetto per l’inclusione dei bambini rom di Giugliano sta per partire. Il Comune ha ottenuto un finanziamento di circa due milioni di euro dal ministero delle Politiche Sociali che serviranno in gran parte per la scolarizzazione di 150 minori, da 0 a 13 anni. Si supera dunque il progetto Abramo che negli ultimi anni ha fatto sì che i minori di via Carrafiello venissero vaccinati, iniziassero a frequentare la scuola e avviassero un percorso inclusivo nella società civile. Si riparte da lì per estendere il piano.

APPROFONDIMENTI

Stavolta, infatti, il progetto si rivolge a tutti i rom presenti in città, non solo a quelli dell’accampamento di via Carrafiello. Dunque dovrebbero iniziare a sedere tra i banchi di scuola anche i bimbi che vivono nel campo della zona Asi e in quello retrostante via Carrafiello. A gestire il progetto la cooperativa «L’impronta» che dovrà fornire per due anni educatori che al mattino si recheranno al campo per sollecitare i bimbi ad andare a scuola, aiutarli nell’igiene personale e verificare che effettivamente frequentino. Il trasporto presso gli istituti scolastici è ancora da organizzare.

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L’obiettivo

Ieri in un incontro che il dirigente alle Politiche sociali, Michele Ippolito, ha tenuto con i dirigenti scolastici che hanno aderito (tutti tranne il I, II circolo e la media Basile), sono state fornite le prime direttive ma i funzionari, in particolare, hanno ascoltato le esigenze delle scuole per far sì che tutto proceda al meglio.

«Non bisogna dimenticare che i rom sono perlopiù cittadini italiani che vivono in condizioni molto disagiate ma i bambini non hanno colpe di questo – ha chiarito Ippolito -. Noi garantiremo l’inclusione scolastica e facciamo un passo in avanti rispetto ad Abramo che si rivolgeva solo a 65 bambini». La cooperativa dovrà provvedere a fornire ai partecipanti al progetto il pasto e organizzare attività pomeridiane, nelle scuole, con eventuale partecipazione ai pon, e all’esterno. L’obiettivo è di tenerli lontani dai campi per la gran parte della giornata. L’idea del dirigente è che possano rientrare negli insediamenti nel tardo pomeriggio, così da stroncare la routine e le abitudini legate ai campi rom». Tra gli obiettivi che si pone la cooperativa il supporto scolastico, la formazione per le famiglie, la crescita sociale.

L’istruzione

«Il progetto riguarda due segmenti, il primo è quello di avvicinare le famiglie ai servizi statali, come il Comune o l’Asl, l’altro invece è relativo alla scolarizzazione – ha spiegato Salvatore Filosa, della cooperativa L’Impronta -. In questo periodo estivo andremo nel campo e inizieremo a familiarizzare con loro, poi da settembre avremo educatori che non saranno presenti in classe ma saranno da supporto agli insegnanti se ne avranno bisogno, li aiuteremo nel supporto scolastico e nel pomeriggio faremo attività extrascolastiche, di supporto allo studio ma anche integrative nel contesto cittadino».

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Il problema resta però ancora legato all’esistenza dei campi. Su questo, infatti, il progetto non interviene. Abramo era riuscito a individuare un bene confiscato in cui allocare circa 50 persone ma la notte dell’affidamento l’edificio è stato dato alle fiamme. Gli insediamenti, di Carrafiello come della zona Asi, continuano a essere luogo di sversamenti rifiuti, roghi tossici, aree in cui le condizioni igienico sanitarie sono a dir poco precarie.